La Stampa, 29 luglio 2017
Assalto con il machete, terrore ad Amburgo. Un profugo palestinese 26enne attacca una drogheria urlando Allah Akbar
In Germania torna l’incubo terrorismo. A sette mesi dalla strage islamista al mercatino di Natale di Berlino e a sole otto settimane da un appuntamento molto delicato in termini di sicurezza come quello delle elezioni federali del 24 settembre prossimo, un uomo armato con un piccolo machete ha attaccato alcuni clienti all’interno di un supermercato nel quartiere popolare di Barmbek ad Amburgo uccidendo una persona e ferendone altre quattro. In un primo momento gli inquirenti avevano pensato ad una rapina, ma le prime dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni oculari e l’identità dell’aggressore, arrestato dopo 30 minuti ancora nelle vicinanze del supermercato, potrebbero far supporre invece anche una matrice terroristica dietro al gesto.
L’autore dell’aggressione è un uomo di 26 anni di origine palestinese nato in Arabia Saudita. Poco dopo le 15 di ieri pomeriggio ha fatto irruzione nella filiale del supermercato Edeka di Amburgo Barmbek e si è subito scagliato con il coltello contro i clienti presenti gridando – secondo quanto riferito da alcuni testimoni – «Allah Akbar» – Allah è grande. La sua prima vittima, un tedesco di 50 anni, è morta sul colpo ancora all’interno del supermercato, le altre sono rimaste ferite nel corso della rocambolesca fuga a piedi.
Pochi istanti dopo l’aggressione infatti, l’uomo, già noto ai servizi di sicurezza tedeschi per il suo fanatismo religioso e compreso per questo motivo negli elenchi degli islamisti «potenzialmente pericolosi», ha tentato la fuga ma è stato raggiunto e fermato da alcuni passanti e poi consegnato alla polizia accorsa sul posto.
Così come Anis Amri, il terrorista di origine tunisina autore della strage al Mercatino di Natale il 19 dicembre scorso a Berlino, anche l’aggressore di Amburgo era entrato in Germania come profugo e aveva ottenuto un permesso di soggiorno nella metropoli anseatica dove sbarcava il lunario con lavoretti saltuari e con l’assegno sociale riservato ai rifugiati politici.
Gli inquirenti hanno avviato un’inchiesta per «motivi terroristici» senza aver voluto confermare la matrice islamista dell’attacco. «Non escludiamo nessuna pista, nemmeno quella di un’attacco terroristico islamista», si è limitato a dichiarare il portavoce della polizia amburghese Timo Zill. Una prudenza dettata non solo dalla tradizionale riservatezza degli inquirenti tedeschi e dall’assenza di una rivendicazione «ufficiale», ma anche dall’imminenza del voto di settembre. In vista di questa scadenza l’Isis aveva invitato ripetutamente le sue cellule e i lupi solitari a colpire «gli infedeli nelle loro case, mercati e strade». Se un’aggressione di stampo islamista venisse confermata, questa sarebbe un volano per la destra populista che negli ultimi mesi aveva perso molti punti nei sondaggi non riuscendo a frenare l’ascesa degli indici di popolarità di Angela Merkel e del suo partito Cdu, visto dagli istituti demoscopici a quota 40% e in vantaggio di ben 17 punti sui socialdemocratici di Martin Schulz.