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 2017  luglio 29 Sabato calendario

Rischio Bruxelles per i francesi. Ma si teme l’alleanza con i tedeschi

L’esito del muro contro muro Parigi/Roma nella peggiore delle ipotesi è che Fincantieri getti la spugna e Stx France resti tutta in carico allo Stato francese. A quel punto il governo di Parigi avrebbe poco tempo per uscire dal cul de sac in cui si è messo mandando all’aria l’accordo con gli italiani siglato sotto la presidenza Hollande. Dovrebbe infatti trovare rapidamente nuovi soci per evitare di incorrere negli strali della Commissione europea, di fatto inevitabili in uno scenario del genere, e per dare una guida solida ai cantieri di Saint Nazaire. Cosa che la stessa società francese sollecita, tanto che giovedì in una sua nota, nel prendere atto delle decisione del governo di procedere con la nazionalizzazione, Stx France ha criticato questo «nuovo spiacevole rinvio». Lo stop alla procedura di vendita, sostiene in sostanza la direzione del cantiere navale francese, «protrae un lungo periodo di incertezza che nuoce alla nostra impresa, in particolare allo sviluppo delle nostre nuove attività e ai nostri finanziamenti».
Allora chi potrebbe rilevare Stx France? Certamente un ruolo potrebbe averlo Naval Group, l’ex Direction de la construction navale et des services (Dcns), la società pubblica attiva nel campo delle costruzioni navali e della difesa, numero sei al mondo davanti a Fincantieri in questo comparto con 3,3 miliardi di fatturato ed un portafoglio ordini di oltre 20 miliardi, che i francesi avevano subito candidato ad entrare in Stx in tandem con Trieste con una quota del 12-15 per cento. Naval Group da sola però non basta. È quindi possibile che tornino in corsa gruppi e cordate che a fine 2016 si erano interessate all’asta promossa dal tribunale fallimentare di Seul senza arrivare però a formalizzare un’offerta.
La lista comprende il costruttore olandese Damen Shipyards Group, che si diceva in cordata con Msc e Royal Caribbean, l’asiatica Genting Hong Kong ed un non meglio precisato fondo di investimento inglese. Ma è chiaro che se si dovesse riaprire la gara per Stx France altri pretendenti potrebbero farsi avanti.
I primi indiziati sono i tedeschi di Meyer Werft che controllano i cantieri di Papenburg e quelli finlandesi di Turku, rilevati sempre da Stx qualche anno fa, e che di fatto oggi sono i veri concorrenti di Fincantieri nella costruzione di navi da crociera di lusso. Al governo di Parigi una mossa del genere servirebbe a rafforzare l’asse franco-tedesco e consentirebbe alla famiglia Meyer di entrare nel ricco mercato delle navi da guerra. Col vantaggio, agli occhi di Parigi, di non avere alcun rapporto coi cinesi per cui (al contrario che con Fincantieri) non si porrebbe il nemmeno problema del trasferimento di tecnologie che, per ora, stando alle dichiarazioni di Macron e del ministro dell’Economia Le Maire, sembra essere l’ostacolo più grosso al completamento delle nozze tra Fincantieri-Stx.
Ma una soluzione del genere agli occhi del gruppo triestino sarebbe inaccettabile. Ed è una ipotesi che al quartier generale di Fincantieri non vogliono nemmeno commentare, perché giunti a questo punto «sarebbe davvero troppo».