Libero, 26 luglio 2017
Aumentano pedaggi e auto blu
Quando hai a che fare con lo Stato italiano non puoi mai aspettarti una fregatura singola. Vanno sempre in coppia, come le ciliegie.
La prima arriva fresca fresca dalle parole del ministro Graziano Delrio, che, come se nulla fosse, ha comunicato: i pedaggi autostradali saranno più cari. Gli aumenti si preannunciano belli corposi, visto che sono stati congelati per un paio di anni. La società che gestisce l’Autostrada dei Parchi, il tratto laziale-abruzzese, ha vinto al Tar contro appunto il prolungato blocco dei rincari. Si è aperto insomma un varco legale, dove adesso si infileranno tutti gli altri concessionari, in primis Autostrade per l’Italia dei Benetton e il gruppo Gavio.
Chissà quanto costerà di più viaggiare da Milano a Venezia? Di sicuro la RomaPescara passerà subito forse prima di Ferragosto da 20 euro e 20 centesimi a più di 22 euro, mentre la Roma -Teramo aumenterà da 17,50 a 20 euro. D’altronde, ha specificato il ministro, «gli aggiornamenti erano stati approvati e poi c’è stato un problema interpretativo. «Ora ha aggiunto torneranno a breve al Cipe. L’aggiornamento verrà fatto e verrà riconosciuto ai gestori, niente di drammatico, l’aggiornamento ci sarà sicuramente».
Niente di «drammatico»? Da quanto tempo non guida dalla sua Reggio Emilia a Roma lungo la A1?
Forza Italia ha gridato subito allo scandalo. «Ancora una volta i pedaggi a carico di cittadini e imprese aumenteranno, e con essi gli utili stratosferici dei gestori, che tranne rari casi non hanno maivinto una gara», attacca il senatore azzurro Lucio Malan. Per Paola Pelino, vicepresidente del gruppo Fi a Palazzo Madama «non sono tollerabili altre stangate nei confronti dei lavoratori pendolari e di tutti i turisti che hanno intenzione di venire in Abruzzo. Mi auguro che si assumano iniziative per trovare soluzioni, che valgano anche per il futuro, consentendo ad una regione già fortemente penalizzata dagli eventi sismici di non subire ulteriori aggravi».
Si sveglieranno anche i grillini contro l’esecutivo, così come i leghisti e chiunque sta all’opposizione. Ma tanto c’è poco da strillare: chiunque sia al governo quasi ogni anno procede con l’adeguamento (verso l’alto) delle tariffe autostradali, giustificandole con gli investimenti e l’aumento dell’inflazione. Ora il carovita non c’è, ma i piani di ammodernamento delle infrastrutture sono sempre segnati a bilancio. Per cui l’autostrada costa sempre di più.
Così come aumenta sempre la spesa per le auto blu, seconda brutta notizia per i contribuenti. Settimana scorsa ci hanno raccontato che le auto blu sarebbero salite da 21mila a quota 30mila, considerando però anche i cosiddetti veicoli “grigi”, cioè quelli di servizio dei vari enti pubblici. Quattroruote, nel numero da oggi in edicola, ha così rifatto i conti. E il risultato purtroppo è quasi peggiore. I mezzi con autista sono calati presso i ministeri, ma sono aumentati di circa 600 unità soprattutto nei Comuni non capoluogo (+86%), nelle strutture sanitarie regionali, cioè gli ospedali (+59%) e, udite udite, nelle province e città metropolitane (+30%). Negli enti che dovevano essere aboliti con il referendum del 4 dicembre scorso, se avesse vinto il Sì, le auto blu hanno registrato un boom: a fine 2016 erano 237, l’anno precedente solo 182. Incredibile, mentre la riforma Delrio impoveriva le province, queste acquistavano più mezzi per far scorazzare i politici di turno. Magari in autostrada, dove noi bestemmieremo perché il pedaggio sarà più caro.