la Repubblica, 27 luglio 2017
Nella fabbrica degli immortali. Tra i corpi congelati da KrioRus la società che vende il sogno di avere una seconda chance
SERGIEV POSAD (MOSCA) Il posto dove si attende l’immortalità non assomiglia né a un giardino dell’Eden né a un laboratorio futuristico. La sede di KrioRus, l’unica azienda di crioconservazione al di fuori degli Stati Uniti, è un capannone di lamiera nell’anonimo cortile di una piccola dacia di legno sgangherata a Sergiev Posad, settanta chilometri da Mosca. All’interno tre enormi silos chiamati “dewar”.
Contengono i corpi o i cervelli di 54 persone e decine di animali preservati in azoto liquido a meno 196 gradi nella speranza di venire riportati in vita un domani.
Qui non si cerca di vincere la morte. Si apre una parentesi in attesa che i progressi della scienza e della tecnologia permettano di “curarla”. «Secoli fa non esisteva la rianimazione. A poco a poco la medicina ha permesso di spostare il confine tra la vita e la morte. La crionica lo cancella del tutto», afferma Ivan Stepin, 23 anni, vicedirettore generale di KrioRus. È lui a spiegarci il processo di crioconservazione. Accertata la morte clinica, il corpo viene raffreddato. Poi si passa alla procedura di perfusione per rimpiazzare il sangue con un crioprotettore che permette di congelare il corpo evitando che si formino cristalli di ghiaccio e si danneggino i tessuti. Poi si finisce nel dewar.
L’interno del capannone è spoglio se non per una decina di bandiere appese alle pareti. «Rappresentano la nazionalità dei nostri pazienti o dei Paesi con cui cooperiamo, come la Cina. Sono per lo più russi, ma vi sono anche svizzeri, australiani e persino due italiani». La gamma di eufemismi usati è ampia: si parla di “pazienti”, non di cadaveri, e la morte altro non è che una “malattia” reversibile.
L’idea di un aldilà profano creato dalla tecnologia, materia di romanzi e film da fantascienza, da “Le mille e una morte” di Jack London a “Vanilla Sky” di Cameron Crowe, non piace però alla religione ed è screditata dalla maggior parte degli scienziati. La crionica «promette tutto, ma non ti dà niente, se non la speranza», ha scritto lo storico della scienza Michael Shermer. Per gli adepti è invece una sorta di “piano B” in attesa di scoprire il segreto dell’immortalità, il vero Sacro Graal.
L’idea nacque negli Stati Uniti negli Anni ’60 dopo la pubblicazione del libro “La prospettiva dell’Immortalità” di Robert Ettinger che sosteneva che la morte fosse un processo reversibile. Nel 1967 un aggiusta- televisori, Robert Nelson, crioconservava il primo uomo. Oggi 152 persone sono preservate in azoto liquido presso Alcor in Arizona e altre 138 presso il Cryonics Institute nei sobborghi di Detroit e oltre un migliaio di candidati hanno siglato accordi. Tra loro anche il fondatore di PayPal Peter Thiel e l’informatico Ray Kurzweil.
KrioRus è l’unica compagnia di crionica non americana. Nata nel 2005, cresce più velocemente dei suoi rivali complice il suo listino: 36mila dollari per un corpo contro i 200mila richiesti da Alcor. La differenza di prezzo sta anche nel fatto che i dewar non sono individuali ma – sulla scia delle “kommunalka” sovietiche, le abitazioni condivise da più famiglie – possono arrivare a contenere fino a 12 corpi. C’è inoltre la possibilità ancora più economica di preservare per 12mila dollari solo il cervello o, per meno ancora, solo un campione di Dna.
Danila Medvedev e Valerija Pride, partner nella vita e confondatori di Kriorus, sono anche codirettori del Movimento transumanista russo. Credono che la morte sia un sonno dal quale la medicina attuale non riesce a svegliarci e che non sia necessario congelare il corpo intero perché la psiche e la memoria di un uomo risiedono nel cervello. «Tra trenta o sessant’anni potremo essere svegliati e diventare immortali. La crionica è solo un punto di partenza, ti permette di aspettare questo momento», spiega Valerija Pride, direttrice generale di KrioRus dal 2009, parlando via Skype da Lugano dove sta partecipando a un convegno.
Le obiezioni degli altri scienziati non la preoccupano: «Diffidano delle novità». Né quelle della Chiesa. «Gesù ha resuscitato Lazzaro. La crionica è una scienza cristiana. Si spendono tanti soldi in funerali per “buttare” i morti e invece si potrebbero conservare e dare loro la possibilità di rinascere». Per Natasha Radievskaja, la pr di Krio- Rus, la crionica è «l’apoteosi dell’affetto. Regalargli una seconda chance è l’ultimo atto d’amore che uno può fare per il proprio caro». Per lei non è casuale che il criodeposito di KrioRus si trovi a Sergiev Posad, a qualche chilometro da uno dei più antichi monasteri russi, La trinità di San Sergio, meta di pellegrini. «Quale posto migliore per celebrare la vita eterna? Il cristianesimo crede nella resurrezione, noi a KrioRus confidiamo nella scienza e nella medicina». A ciascuno il suo credo e la sua immortalità.