il Fatto Quotidiano, 26 luglio 2017
Cronache romane: donne appese allo stendipanni
Roma, 1955, cortile interno: una strepitosa Franca Valeri (Cesira) urla come una matta perché è rimasta appesa nel vuoto al montante della tapparella nel tentativo di sbirciare il vicino di casa. Sarà la cugina Agnese (Sophia Loren, all’apice della sua bellezza) a salvarla trascinandola in casa. Il film si chiama – in molti lo ricorderanno – Il segno di Venere e porta la firma di Dino Risi.
Roma, 2017, cortile interno: una donna urla come una matta perché rimasta appesa nel vuoto ai fili di uno stendino nel tentativo di fuggire di casa. A salvarla saranno i poliziotti chiamati dai vicini. Il cortile è praticamente identico a quello scelto da Risi, ma questo non è un film. È la scena che si sono realmente trovati davanti i poliziotti del reparto Volanti accorsi in via Catania, quartiere Nomentano, dopo una chiamata al 112. La signora appesa ai fili è una prostituta, contattata a domicilio da un cliente trentaquattrenne italiano. Costo (“concordato”, sottolinea la Questura) della prestazione: 300 euro. Peccato che, appena entrata in casa, la donna non abbia ricevuto i soldi, ma l’offerta di una dose di droga. La vittima, allora, avrebbe tentato una prima volta di lasciare la casa, ma avrebbe trovato la porta principale chiusa a chiave. Avrebbe così deciso, sentendosi in pericolo – sostiene ancora la Questura – di assecondare in un primo momento il suo aggressore, salvo poi chiudersi in bagno con un “pretesto” (non ci deve essere voluta molta fantasia).
Da lì la decisione estrema: calarsi dalla finestra per scappare, convinta di trovarsi al primo piano dello stabile. E invece i condomini romani riservano spesso sgradite sorprese: l’appartamento dell’uomo affaccia nel cortile interno, a un’altezza di circa dieci metri dal suolo. Così la signora si è trovata sospesa nel vuoto e ha cominciato a urlare attirando l’attenzione dei vicini. Il proprietario di casa si è ovviamente dato alla fuga e così è toccato agli agenti mettere in salvo la vittima. Scrive la Questura, in un comunicato che sa tanto di sceneggiatura: “Individuato l’appartamento, i poliziotti sono riusciti a entrare, e uno di loro sporgendosi dal balconcino adiacente riusciva ad afferrare la donna, rimanendo insieme ad essa sospeso nel vuoto”. Alla Loren era andata meglio.
Per fortuna la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi: vittima salvata, proprietario di casa arrestato con l’accusa di violenza sessuale, sequestro di persona, omissione di soccorso e denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti. Il valoroso, vedendo la malaparata, si era dato alla fuga, andando a rovesciare nel bagno di un bar delle vicinanze dieci grammi di Mdma (anfetamina). Furbissimo, era poi tornato a casa nel cuore della notte, sicuramente convinto di poter stendere di nuovo la lavatrice.