il Fatto Quotidiano, 26 luglio 2017
Più attestati (fasulli) di Oxford per tutti
Di vero c’è solo che un riconoscimento targato “Oxford” fa sempre la sua figura. Se solo non fosse così difficile da ottenere, deve aver pensato l’imprenditore Anton Savvov quando ha fondato EBA, la Europe Business Assembly, quartiere generale a Kharkov, cittadina industriale ucraina, e ufficio di rappresentanza nella città universitaria inglese.
EBA si presenta come una istituzione di Oxford e, dal 2000, svolge la meritoria funzione di distribuire, a pagamento, attestati e riconoscimenti falsamente ricondotti alla prestigiosa università. L’inchiesta è del Times, che ha ricostruito l’incredibile rete di vendita. Gli impiegati di EBA, scrive il quotidiano, sono spinti a contattare, via mail e telefono, le più disparate entità in paesi in via di sviluppo, congratulandosi per l’ottenimento di premi come “Miglior Manager dell’anno”, “Best enterprise” o The Queen Victoria Commemorative Award. Chi non li manda al diavolo viene guidato lungo una procedura che si conclude con il pagamento: dai 3000 pound del riconoscimento più economico ai 9300 del pacchetto VIP, che include un servizio fotografico, la tessera dell’EBA Experts Bureau e una intervista su The Leaders Times, la pubblicazione interna.
I “vincitori” ricevono i loro premi in luoghi prestigiosi, come la Oxford Town Hall o l’Institute of Directors di Londra (“chiunque può affittare la nostra sede”, ha precisato un portavoce). Secondo il quotidiano, in questo modo Savvov ha raccolto milioni di sterline. EBA, spiega il Times, specula sulla credulità di paesi dove l’idea di comprare un premio, invece di meritarselo, non è così remota, e induce a credere a un collegamento con l’Università di Oxford. Per farsi pubblicità “usa immagini del college dell’Università, nel proprio logo ne copia il carattere tipografico e dichiara di poter offrire l’accesso a lezioni esclusive”. Il suo volto pubblico è John Netting, già docente dell’Oxford Brookes University, istituzione completamente distinta da quella più blasonata che ha chiarito in un comunicato ufficiale di non avere niente a che fare con EBA. Anche se… alcuni dei suoi docenti avrebbero partecipato, dietro pagamento ma probabilmente ignari dello schema, ad alcuni degli eventi: secondo il biologo Nathan Pike, una sua presentazione del 2015 sarebbe stata commissionata da EBA tramite il proprio college.
Contattati dal Times, molti vincitori hanno riconosciuto i benefici dei premi comprati. “Il morale non è mai stato così alto” ha dichiarato un rappresentante della Dumpong Rural Bank del Ghana, Best Enterprise lo scorso anno. E comunque non c’è niente di illegale, finché si vendono “Vanity awards” e non lauree.