La Stampa, 26 luglio 2017
«Come sono diventata Kara: Miss Usa e scienziata»
Kara McCullough, 25 anni, è la nuova Miss Usa. Ha conquistato il titolo che apre la porta al concorso di Miss Universo (mentre la vincitrice di Miss America è la candidata a Miss Mondo: i premi sono distinti come avviene, ad esempio, con i vari campionati mondiali dei pesi massimi di pugilato). Kara ha un legame anagrafico con l’Italia perché è nata a Napoli, dove sua madre era in servizio con la Marina degli Stati Uniti. Ma non è questo il particolare più curioso della sua biografia. La ragazza è un caso unico perché risulta la prima, fra le tante Miss Usa e Miss America, a essersi laureata in una materia scientifica, nel suo caso la chimica; ed è unica anche perché, nella vita di tutti i giorni, lavora effettivamente come scienziata e ad alto livello: si occupa di protezione dalle radiazioni presso la commissione nazionale per l’energia nucleare.
Questo riapre il dibattito: i concorsi di bellezza rischiano di mortificare l’intelligenza delle donne? O al contrario possono proporre modelli positivi alle ragazze, persino (a sorpresa) in campo scientifico? Contattiamo Kara a New York, dove vive e lavora.
Kara, adesso lei è Miss Usa, cioè la più bella, è ufficiale. Ma lei è anche laureata in chimica e ha un regolare posto di lavoro come scienziata. Perché ha scelto la chimica? Può descrivere, dal suo punto di vista personale, che cosa ha trovato di bello e di attraente nella chimica?
«Ho colto la bellezza della chimica quando mi sono resa conto che c’è da capire molto più di quello che incontra l’occhio. Ho deciso di studiare chimica quando ho scoperto che fare le analisi chimiche delle sostanze era molto divertente. Proprio divertente! E mi è piaciuto moltissimo scoprire quanto mi faceva sentire bene il metodo scientifico, il fatto di agire con metodo. Perché le leggi della chimica possono essere applicate a molti aspetti della vita».
Vuol dire che le leggi della chimica l’hanno influenzata, diciamo, da un punto di vista filosofico e psicologico?
«Anche da un punto di vista pratico. Man mano che proseguivo gli studi, sono diventata sempre più curiosa di capire che cosa facevo entrare nel mio corpo, mangiando. E nella chimica mi ha intrigato la scoperta di quello che c’è esattamente nei prodotti di bellezza che uso sui miei capelli e sulla mia pelle».
Ecco un punto di contatto fra chimica e bellezza. Però c’è chi condanna i concorsi come Miss Usa o Miss Italia, perché (si dice) offendono le donne. L’accusa è anche di proporre alle ragazze una scala di valori incompatibile con obiettivi come (ad esempio) gli studi scientifici all’università. Qual è stata la sua esperienza al riguardo?
«Per me la bellezza esteriore è importante, ma crescendo non mi sono concentrata soltanto su quella, ma sui miei studi, e ho sviluppato una forte etica del lavoro, perché questo mi è stato trasmesso durante l’infanzia. I miei genitori hanno lavorato duramente per prendersi cura di me e dei miei fratelli e, quindi, il mio obiettivo finale è sempre stato quello di restituire quanto ho ricevuto e di rendere orgogliosi i miei familiari. Con gli studi universitari, ma anche con Miss Usa. Le due cose insieme».
Grazie alla celebrità mondiale che le ha dato il concorso di Miss Usa pensa che il suo esempio possa incoraggiare le ragazze a seguire gli studi scientifici?
«Ne sono certa e, anzi, ne ho già le prove! Ho ricevuto valanghe di reazioni positive da familiari, amici e da sconosciuti su come la mia vittoria a Miss Usa ha incoraggiato i loro figli, e soprattutto le loro figlie, a impegnarsi e a sviluppare interesse per la scienza, la tecnologia, la matematica e l’ingegneria. E sono stata inondata di messaggi sui social media da parte di giovani donne che dicono di vedermi come un modello e una fonte di ispirazione».
Ma Kara McCullough resterà se stessa? Come immagina il suo futuro adesso che è Miss Usa? Ci sarà ancora spazio per la scienza nella sua vita?
«La mia vita è cambiata infinitamente in meglio in una notte. Adesso c’è così tanto davanti a me che in questo momento non ho una visione concreta o un vero e proprio piano per il mio futuro. Ma con il duro lavoro so che avrò successo. Quando sono entrata all’università, il mio obiettivo principale era di eccellere negli studi, guadagnarmi i voti migliori, essere ammessa a quanti più stage era possibile e cominciare dopo la laurea una carriera gratificante. Anche dal punto di vista del denaro, perché no! Per quanto riguarda la scienza, ci sarà sicuramente spazio anche per questo nel mio futuro. Restate sintonizzati!».