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 2017  luglio 25 Martedì calendario

Corto Maltese: quell’eroe picaresco che fa ancora sognare

Se Corto Maltese fosse una canzone, sarebbe sicuramente O Sarracino di Renato Carosone. Grazie al suo sguardo sornione, la sigaretta stropicciata fra le labbra, il paltò nero e il cappello da marinaio che incornicia basette folte e quel suo incedere sicuro, sfrontato, calcando i ponti dei caicchi turchi, fra le calli di Venezia, seducendo bellissime donne a Buenos Aires. Corto Maltese è per antonomasia l’emblema dello spirito anarchico, libero ma sempre fedele ai propri valori. In un mondo a fumetti oggi intasato da supereroi con grandi responsabilità e spesso ridicoli dilemmi Corto Maltese si muove come un gigante ma non indossa i panni dell’eroe, piuttosto racconta il suo tempo, testimone di un’epoca decadente e perduta come lo fu Stefan Zweig a cavallo delle due guerre.
Nato dalla favolosa immaginazione dell’artista di origini riminesi, Hugo Pratt, la prima apparizione di Corto Maltese risale al luglio del 1967, sulla rivista genovese Sgt. Kirk, nella quinta tavola di Una ballata del mare salato. Entra in scena platealmente, seminudo e legato sopra una zattera in mezzo al Pacifico in balia delle onde, in seguito all’ammutinamento della sua ciurma. E sarà l’amico-nemico Rasputin a salvarlo trascinandolo in una vicenda assai più ingarbugliata, fra pirati, rapimenti e debiti d’onore. Oggi, in occasione del suo cinquantennale, Rizzoli Lizard che pubblica tutte le sue storie ne celebra l’anniversario con la pubblicazione di una edizione speciale in formato maxi di Una ballata del mare salato, completata da una ricca postfazione di Gianni Brunoro e ben tredici tavole originali firmate dall’autore e risalenti al 1976.
IMMAGINARIO COLLETTIVO
Hugo Pratt ha creato nel tempo decine di personaggi ma Corto Maltese è entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo come le ninfe di Milo Manara grazie al taglio romantico dei suoi albi, raccontando storie d’amore e d’armi in balia dei flutti da Hong Kong a Venezia – con continui rimandi letterari e una rapidità cinematografica decisamente moderna.
Nato a La Valletta il 10 luglio 1887, Corto Maltese (il suo nome, per ammissione di Pratt, significa svelto di mano) ha una biografia ricca: marinaio per aspirazione, è figlio di una gitana e un marinaio della Cornovaglia, nipote di una strega dell’isola di Man.
TRA LUCE E OMBRA
Prende da giovane la via del mare muovendosi sempre sul confine fra il mondo della luce e dell’ombra ma, inevitabilmente, si schiererà sempre accanto ai più deboli, proprio a partire dalla sua storia d’esordio, Una ballata sul mare salato, difendendo i due giovani Pandora e Cain Groovesnore dalle oscure intenzioni di Rasputin, deciso a chiedere un riscatto per la loro vita mentre l’eco della Prima guerra mondiale riverbera persino sulle coste della Nuova Guinea in cui si svolgono i fatti (con gli indigeni che, con un colpo di genio surreale, parlano in dialetto veneto). Nell’arco della sua vita andrà in Manciuria, ad Ancona nel 1906 conoscerà il giovane Stalin (all’epoca portiere d’albergo) e nel 1921, a Venezia, incontrerà Gabriele D’Annunzio (Favola a Venezia, 1977). Dal 1967 al 2015, Corto Maltese sarà il protagonista di ventuno storie brevi e nove lunghe, come Il segreto di Tristan Bantam (1970), Sogno di un mattino di mezzo inverno (1972), La casa dorata di Samarcanda (1980) sino a Sotto il sole di mezzanotte (2015) e dalle sue avventure sono stati realizzate, con successo, ben trenta storie d’animazione, ampliando enormemente il suo pubblico potenziale, traghettando questo marinaio d’acqua salata anche nel mondo dei più giovani, senza rinunciare al suo romanticismo. L’epopea di Corto Maltese, il suo mito forte e radicato nel tempo da generazioni e generazioni, è soprattutto il capolavoro della geniale creatività di Hugo Pratt che, trovandosi dinanzi al dilemma per eccellenza, un giorno disse: «Corto Maltese non morirà, Corto Maltese se ne andrà perché in un mondo dove tutto è elettronica, è calcolato, tutto è industrializzato, è consumo, non c’è posto per un tipo come lui».
Ma forse un mito non scompare mai sul serio e così, dopo aver celebrato il cinquantennale della sua apparizione con questa pregevole edizione per collezionisti (e non solo), Rizzoli Lizard ha annunciato che a settembre uscirà una sua nuova storia, firmata dal duo Juan Diaz Canales e Ruben Pellejero, intitolata Equatoria. E noi, malinconici amanti di un eroe-antieroe, non vediamo l’ora di tornare a calcare i mari del Sud al suo fianco.