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 2017  luglio 25 Martedì calendario

Polonia, vince la protesta dei millennials

Agnieszka, studentessa sedicenne, Pawel artista d’avanguardia in provincia, Jan attivo nelle start-up e nelle Ong per i diritti umani: eccoli i millennials polacchi, per la prima volta si sono mobilitati, e hanno vinto. Gridando in piazza «Costituzione», «Polonia europea, democrazia», e inneggiando a Lech Walesa padre della libertà. In poche ore, nel più grande paese orientale di Ue e Nato, è successo qualcosa, è cambiato il vento.
Dopo l’ondata di cortei in cento città, dopo la fiaccolata al palazzo presidenziale, a sorpresa il giovane capo dello Stato Andrzej Duda ha sfidato per la prima volta il suo mentore Jaroslaw Kaczynski, popolare e potente leader nazionalconservatore. Le leggi sull’esautorazione di Corte costituzionale e Consiglio superiore della magistratura hanno il suo veto. «Non le firmerò, non sono necessarie, inquietano il paese, dividono la società dal governo».
Hanno vinto, i millennials polacchi, ma ieri sera sono tornati in piazza nei centri storici e nella selva di grattacieli di Varsavia in decollo. «Non abbassiamo la guardia, verranno prossime battaglie per valori europei e libertà», dicono dopo notti insonni d’impegno i ragazzi di “Akcja Democracja” (azione per la democrazia), il nuovo movimento protagonista e trasversale, sempre online per parlare al paese reale dalla loro umile sede di Ulica Zurawia civico 24A. «Internet è vitale per la libertà, siamo riusciti a convincere giovani di città cittadini e campagne e anche adulti e anziani, non dobbiamo fermarci, e vogliamo divenire movimento della società, non un partito contro altri», mi spiega il loro leader Bogumil Kolmasiak, a 28 anni l“anziano” tra di loro.
«Splendidi giovani impegnati, bella sorpresa», ha detto a caldo Lech Walesa. «Ma il movimento deve continuare, e noi veterani di Solidarnosc ancora vivi dobbiamo essere al fianco dei ragazzi coraggiosi, patrioti veri ed europei». Opposta la reazione di Kaczynski: si è detto «sorpreso e deluso». Deluso dal suo pupillo Duda, ma soprattutto dai millennials. Mentre la Chiesa al suo fianco finora tace. «I millennials pensavano a studio, carriera, famiglia e vacanze fino a ieri, hanno riscoperto l´impegno», afferma Anna Maria Mydlarska, docente a Danzica. Non se lo aspettava, ma proprio dai millennials figli della rivoluzione pacifica dell’89 e lungo, solido boom economico il leader storico nazionalconservatore ha incassato la prima e più grave sconfitta.
«Non mi hanno nemmeno consultato su quelle leggi, presenterò nuove proposte sulla giustizia ma non tali da spaccare e inquietare il paese», ha promesso Duda. «Ha salvato la Polonia dal baratro», commenta Amnesty international. Mercoledì la Commissione europea che minacciava sanzioni si pronuncerà. Solida crescita, lavoro, istituzioni e infrastrutture serie, Fbi locale anticorruzione, e sempre più giovani istruiti e poliglotti: ecco la Polonia che ancora ieri sera è tornata in piazza in cento città, disillusa da Kaczynski. In Ulica Zurawia civico 24A non c’è tempo per festeggiare: «L’impegno riscoperto e la voglia d’Europa ci impongono di andare avanti, di non abbassare la guardia. Senza scelte di parte, in nome del paese», dicono i ragazzi che hanno dato scacco alle spinte autocratiche di Varsavia.