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 2017  luglio 25 Martedì calendario

Alessandro De Rose, dai 27 metri in tuffo (folle) sul podio

BUDAPEST Dal mare limpido di Polignano al Danubio poco blu di Budapest, continua la vita in volo di Alessandro De Rose. Domenica, dentro un’arena naturale con 50 mila persone, ha vinto la sua prima gara nelle Red Bull World Series; ora è qui, pronto fra venerdì e domenica a inseguire il sogno di un podio mondiale.
Alessandro, partiamo dal trionfo di Polignano.
«Da pelle d’oca, nel mio Sud, con tutta quella gente... Ha presente Grosso che segna il rigore decisivo a Berlino? Io mi sono sentito così».
E ora all’improvviso De Rose diventa un favorito…
«Se nel 2015 a Kazan speravo solo di sopravvivere, infatti ero finito 16°, ora il podio non è irraggiungibile».
Una bella crescita.
«Non so neanch’io come sia accaduto. Forse perché ho iniziato a fare l’atleta a tempo pieno smettendo di allenare i giovani. E poi c’è la confidenza: più ti tuffi dall’alto, più ti senti meglio».
Ecco, raccontiamo che fa lei esattamente.
«Ha presente il nono piano di un palazzo? Io mi lancio da lì: 27 metri, 3 secondi di volo e impatto di piedi a 90 all’ora. Fa male anche quando ti riesce bene».
Le parti più esposte?
«Il collo: se entri male, ti arriva in gola un cazzottone tipo Tyson».
E la sindrome del pinguino com’è?
«Quando esci i piedi fanno malissimo, quasi non cammini. Se poi è a 12 gradi come in Irlanda, sei proprio un pinguino totale».
Ha detto che volare è una terapia.
«Ogni giorno c’è una difficoltà da affrontare, ma se ti fai dominare dalle voci negative interiori non combini nulla».
Gli inizi non sono stati facili.
«Ero partito con i tuffi normali a Cosenza. A 14 anni però è morto papà e tutto è cambiato: senza i soldi per iscrivermi in piscina, la mia società mi ha scaricato e ho smesso tre anni».
Lì è nato il tatuaggio delle pistole sulla schiena e la scritta vendetta.
«Un grido di rabbia, mi avevano tolto la passione».
È ancora arrabbiato?
«No. Ormai ho dimostrato il mio valore».
L’obiettivo è diventare professionista?
«Sì, ma servono sponsor… Spero che i risultati e i video sul mio profilo Instagram alediving92 mi facciano conoscere meglio…».
Voi tuffatori estremi siete un po’ una comunità di folli?
«Sicuramente. Ci piace girare il mondo e tuffarci da posti pazzeschi senza rivalità. Qui se sbagli ti fai male. Ecco perché la sera ci si fa una birra insieme dicendo: “Siamo tutti salvi”».
Il posto più emozionante da cui si è tuffato?
«Dalle rocce in Indonesia e da un grattacielo in Dubai. Ma nulla è come Polignano».
E qui com’è?
«Hanno costruito una piscina davanti al Parlamento: è piccola, ma ci hanno garantito che non finiremo fuori!».
Com’è stato andare ospite da Fabio Fazio?
«Bello, ma ero imbarazzato. Mi sono detto: che ci faccio qui?».
La fidanzata Nicole è ancora la sua allenatrice?
«Sì, siamo tornati a lavorare insieme dopo un anno di pausa. Prima mi prendevo delle libertà che non mi sarei preso con un altro tecnico. Ero bambino, ora sono adulto».
E suo papà oggi che cosa direbbe ad Alessandro?
«Penso che ovunque si trovi vada in giro a dire quanto è orgoglioso di me».