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 2017  luglio 25 Martedì calendario

La scelta di Lucy: la maestra d’ironia insegnerà scienze ai liceali di Londra

Se proprio non sono stati gli inglesi a inventare il senso dello humour, l’hanno sicuramente trasformato in un’arte e in uno stile di vita: ma anche per gli (altissimi) standard nazionali le rubriche della columnist del Financial Times, Lucy Kellaway, sono un miracolo di intelligenza e ironia. Specie in un mondo come quello degli affari che si prende – generalmente – molto sul serio. Non sorprende che Kellaway lasci il giornale dove ha lavorato attraverso un trentennio per andare a insegnare – non c’è ateneo prestigioso o scuola di giornalismo del mondo anglosassone che non la vorrebbe come docente o almeno visiting professor.
Quello che sorprende, e molto, è che la giornalista che ha dato tante lezioni di intelligenza e di stile alla City – ha inventato il personaggio, esilarante, di un manager, Martin Lukes, caricatura spietata che è diventata anche protagonista di un romanzo di successo – non vada a Oxford o alla Columbia ma in una scuola secondaria di un quartiere popolare, a insegnare scienze. Kellaway è anche la fondatrice di una non profit, Now Teach, pensata esattamente per convincere professionisti di alto livello a diventare insegnanti (nel sistema scolastico della patria di Isaac Newton c’è una significativa carenza di insegnanti di scienze e matematica).
Non è uno scherzo come quelli, micidiali, ai quali ha abituato i lettori – il suo Martin Lukes, che firmava una rubrica come se fosse una persona reale, a un certo punto smise di pubblicare. Riprese a farlo qualche settimana più tardi, ma dal carcere e in forma epistolare – dopo il crollo della Lehman, Kellaway aveva immaginato che Lukes fosse stato arrestato per insider trading (una battuta che fece ridere un po’ meno delle altre il suo pubblico di trader in quei mesi complicati).
Maestra d’ironia, la columnist è stata serissima nello spiegare la sua decisione: «Ho avuto il privilegio di fare uno dei lavori più interessanti del mondo del giornalismo per 32 anni, un lavoro che adoro, ma che non voglio fare per il resto della mia vita. L’insegnamento è importantissimo e ho il lusso di poter scegliere – ho scelto di accettare questa sfida. Mia madre era un’insegnante. Una delle mie figlie lo è. Ce l’abbiamo nel sangue, in famiglia: sono felicissima di aver fatto questa scelta».
La consolazione per chi ammira il talento giornalistico di Kellaway è che non si tratta di un completo addio: «Scriverò un articolo al mese. Approfittando dei weekend, e delle vacanze estive». Secondo il direttore del FT, Lionel Barber, Kellaway – la sua rubrica «Dear Lucy» di risposte ai lettori è una delle più lette del giornale – è «una voce unica. Le voglio bene come amica e come giornalista, ha fatto un lavoro incredibile». Che una vincitrice del titolo di «Columnist of the year» della stampa britannica vada a insegnare, a 57 anni, al culmine di una carriera straordinaria, in una scuola non di lusso, perché le sembra giusto così, ha sorpreso i lettori. Non chi la conosce personalmente: e ammira la sua generosità prima ancora del suo humour.