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 2017  luglio 22 Sabato calendario

Una vita da pompiere, eroe per ogni stagione


«I vigili imparano l’arte, mantenendo al massimo la loro capacità, l’impegno e il lavoro per il bene della patria e la vita dei cittadini. Conoscono specialmente l’audacia e il coraggio», è scritto – in latino – sul porticato dell’edificio delle Scuole centrali antincendi, dal 1941. La magnificazione di Benito Mussolini, nell’iscrizione completa, è stata rimossa subito dopo la Seconda guerra mondiale. Qui, e presso la Scuola di formazione operativa e l’Istituto superiore antincendi, si formano, qualificano e specializzano gli uomini del corpo dei Vigili del fuoco. Oggi, in Italia, ce ne sono circa 32.000 (compresi gli amministrativi, che sono non meno di 5.000). Dopo le proteste dei giorni scorsi, il ministro dell’Interno, Marco Minniti ha ammesso che mancano 3.314 vigili dagli organici del Corpo nazionale, peraltro un numero «tarato su tabelle risalenti a prima che i Vigili del fuoco ereditassero anche i compiti del soppresso Corpo forestale con soli 361 ex forestali», ha fatto notare Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo, sindacato autonomo dei Vvf. La difficoltà nel domare i recenti, disastrosi incendi in Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, ha fatto emergere l’insufficienza di uomini e fondi. Per esempio, quelli destinati alla Protezione civile per la prevenzione degli incendi – come previsto dalla legge 353/2000 – rasenterebbero ormai quasi lo zero, stando alla denuncia del capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, nell’ultima audizione alla Commissione ambiente del Senato.
FORESTALI Degli 8.000 forestali tagliati dalla riforma della Pubblica amministrazione, firmata 7 mesi fa dal ministro competente Marianna Madia, 6.400 sono stati assegnati ai carabinieri, 1.240 alla pubblica amministrazione e solo 361 ai Vigili del fuoco, ai quali è andata la metà dei 32 elicotteri di cui l’ex corpo disponeva – tuttavia, di questi 16, solo 4 rispondono ai nuovi criteri di volo e possiedono il brevetto. La disponibilità dei – pochi – mezzi aerei è ora impantanata nella burocrazia all’italiana, pasticciata e complicata ulteriormente dalla riforma Madia. L’esempio più rappresentativo è quello siciliano: fino all’anno scorso, la regione contava su ben 4 Ab412, ora inutilizzabili.
PARIA Gli eroi che ci salvano dagli incendi, che scavano tra le macerie dopo i terremoti, i nostri soccorritori per eccellenza, sui quali a ogni catastrofe ambientale si spendono elogi sacrali, «per grazia ricevuta» che durano lo spazio dell’emergenza e solennità istituzionali assai circostanziate, sono, tra i corpi dipendenti dal ministero dell’Interno, quello meno pagato d’Italia. A nulla è servito lo sciopero della fame di Brizzi, a maggio scorso, che aveva chiesto di sanare la sperequazione e di stanziare tutte le risorse ministeriali ai pompieri in divisa, fino a che non fosse raggiunta la parità di trattamento salariale e pensionistico con gli altri dipendenti (invece, l’ultima iniezione è stata di 103 milioni di euro per i Vigili del fuoco e 1 miliardo per i poliziotti).
EMERGENZA Non c’è alcuna ragione di credere che verrà ascoltata neppure l’ultima richiesta, avanzata dalle proteste delle ultime ore: i pompieri sono scesi in piazza chiedendo un provvedimento legislativo urgente e straordinario che azzeri le carenze negli organici attraverso la graduatoria ancora aperta del concorso a 814 posti. Come ogni estate, il nostro Paese deve fare i conti con incendi boschivi dolosi e colposi, il cui numero e le cui proporzioni risultano in progressivo aumento anche in ragione della mancata prevenzione di questo tipo di incidenti, che, insieme al presidio sul territorio, era specifica competenza della Forestale (458 richieste di soccorso aereo per domare incendi tra gennaio e luglio del 2012: 764 durante lo stesso periodo, quest’anno). I dos della Forestale, cioè i direttori operativi degli spegnimenti, assorbiti dai vigili del fuoco, incredibilmente, non sono stati riassegnati a quell’incarico.
MANSIONI I pompieri, che fino a prima della riforma non erano addestrati a questa mansione, hanno dovuto improvvisare. Le competenze tradizionalmente spettanti ai vigili del fuoco riguardano l’individuazione delle cause degli incendi (l’organo preposto è il Nia, nucleo investigativo antincendi), la salvaguardia di persone, animali e beni, il soccorso tecnico urgente, la sicurezza dello Stato in caso di emergenze (aggressioni esterne, attacchi chimici, batteriologici, radiologici e nucleari). Il personale operativo dei Vigili del Fuoco riveste anche la qualifica di agente o ufficiale di polizia giudiziaria e agente di pubblica sicurezza, polizia amministrativa e polizia giudiziaria.
CONCORSO Coerentemente, possono essere reclutati sia civili che militari, previo superamento di concorso pubblico (cui non può partecipare chi ha superato i 30 anni – 37, nel caso di vigili del fuoco volontari). Le due grandi classi sono: vigili volontari discontinui (cittadini volontari, personale congedato che ha prestato servizio militare di leva: si tratta di figure di sostegno, che possono prestare servizio per 20 giorni, fino a un massimo di 8 richiami all’anno); vigili del fuoco in servizio permanente (i vincitori di concorso pubblico, suddivisi in vigili del fuoco, vigili qualificati, vigili esperti, vigili coordinatori, elicotteristi, piloti d’aereo, nautici, sommozzatori, radioriparatori). La formazione prosegue lungo tutta la carriera.
MUTANDE Nel 1992, Rossana Campo pubblicò un romanzo delizioso, In principio erano le mutande, da cui Anna Negri, qualche anno più tardi, trasse il film omonimo. La storia racconta di Imma, precarissima napoletana da poco trasferitasi a Genova, la quale, dopo essere stata salvata da un pompiere, se ne innamora perdutamente. Per ritrovarlo, dà fuoco al suo appartamento. Del cliché del pompiere super macho, incrollabile, infallibile, supereroe, quello della Campo non ha nulla: ha, invece, la panza, in canottiera fa ridere, non ha nessuna idea di cosa sia la seduzione: ingredienti essenziali per essere  un super eroe contemporaneo, anzi, senza tempo.  
UNIFORME I pompieri, rivestendo una carica pubblica – per quanto, di fatto, svilita e bistrattata -, sono tenuti a osservare l’onorabilità della divisa. Ha fatto discutere il caso del vigile Costantino Saporito che, avendo partecipato al gay pride dello scorso 10 giugno, a Roma, in uniforme (giocando così con l’immaginario porno soft, che assegna da sempre ai pompieri un ruolo, come dire, di primo piano), verrà sottoposto a procedimento disciplinare per aver esposto l’intero corpo «al pubblico ludibrio». L’unione sindacale di base (Usb) ha, invece, rilevato che nel comportamento di Saporito non c’era intenzione derisoria.
OMOFOBIA Praticamente, per l’Usb la sanzione sarebbe un atto di omofobia (in verità, le norme di servizio prevedono che, salvo ottenimento di consensi eccezionali, l’uniforme venga impiegata solo in operatività, tant’è che a Saporito era stata già contestata la partecipazione, in divisa, a una trasmissione televisiva pomeridiana). Il caso non ha scaldato l’opinione pubblica, sia perché l’accusa di omofobia era evidentemente pretestuosa, sia perché l’insofferenza (inspiegabile) degli italiani alla divisa, sui pompieri, non si esercita. Il corpo è, effettivamente, il più amato: un sentimento che, stando alle prove di abnegazione eccezionale dei suoi uomini, si può dire completamente ricambiato. Naturalmente, il governo se ne frega: non resta che sperare che, per l’esasperazione conseguente, ai Vigili del fuoco non venga mai in mente di fare come i pompieri di Viggiù, quelli che non avendo più acqua per domare l’incendio, caricarono di benzina gli estintori e così «in meno d’un secondo, nel villaggio già bruciato, tutto in fumo se n’è andato il plotone dei pompier». Speriamo che rimanga la storiella di una canzone di Gigliola Cinquetti.