Gazzetta dello Sport, 25 luglio 2017
Cattaneo lascia Telecom con una buonuscita di 25 milioni maturata in 16 mesi

La Borsa di Milano ieri è stata la migliore in Europa, con un guadagno però minimo di poco superiore allo 0,5%. Il titolo di maggiore spolvero risulta Tim: 3,82%. Banca Akros ha commentato così questa bella performance: «L’uscita di Cattaneo è negativa per il breve periodo ma per lo più già digerita dal mercato date le continue voci. L’incertezza potrebbe essere equilibrata da un rapporto più positivo con il governo e sulla speculazione per eventuali corporate action (vale a dire la separazione della rete)».
• Tradurre, prego.
Da sedici mesi l’amministratore delegato di Telecom è Flavio Cattaneo, il marito di Sabrina Ferilli, che fu anche direttore generale della Rai. L’uomo che decide le cose di Telecom è il francese Vincent Bolloré. Vincent Bolloré è il capo di Vivendi, e Vivendi possiede il 23,94% di Telecom, quanto basta per comandare dato che la gran parte delle azioni Telecom è spezzettata soprattutto in Borsa. Cattaneo aveva un contratto fino al 2020, e doveva raggiungere certi obiettivi. Benché il titolo in Borsa fosse di solito in flessione (-15% in questi sedici mesi), Cattaneo era sulla buona strada e, come sapremo il prossimo 27 luglio (giorno in cui si comunicheranno i risultati della seconda trimestrale), tagliando e razionalizzando avrebbe recuperato all’azienda un miliardo di euro. Ma, pochi giorni fa, s’è saputo che Bolloré si voleva liberare del suo amministratore delegato. E infatti alla fine se n’è liberato e il consiglio d’amministrazione di ieri ha approvato il licenziamento e, soprattutto, la buonuscita concordata.
• So anch’io di questa buonuscita, senza che me lo dica lei. Intorno ai 30 milioni di euro, e non è escluso che siano 40.
Sono 25. Il cda di ieri ha approvato a maggioranza col parere contrario dei sindaci. Lo scandalo generale è naturalmente enorme. Strepiti di Sinistra italiana, vergogna della Lega, eccetera eccetera, con tanti disoccupati, eccetera eccetera. Le solite cose. Si deve ricordare tuttavia che Telecom è una società privata e dei suoi soldi fa quello che vuole. I milioni che finiranno nelle tasche di Cattaneo - secondo alcuni più di quanto ha guadagnato in tutta la vita - discendono inoltre da una clausola sottoscritta all’atto dell’assunzione. Cattaneo, alle grida dei moralisti, ha risposto così: «La cifra non ha nulla di scandaloso, né di disdicevole. Ho la coscienza assolutamente a posto. Il mio obiettivo in Telecom era migliorare alcuni parametri che sono stati migliorati. In molti casi anche in anticipo rispetto alle scadenze previste. A questo era legato il mio contratto che adesso viene semplicemente rispettato. Io sono un professionista e non un normale manager. Chi mi chiama in azienda lo sa e ci si accorda di conseguenza. Non a caso solo il 10% della mia retribuzione in Telecom – 1,2 milioni l’anno – è fissa, mentre il 90% è variabile e dipende dai risultati raggiunti».
• Ma se è tanto bravo e ha fatto così bene, perché lo mandano via in anticipo?
È la domanda giusta. E la risposta è: c’è una questione politica. La questione politica è questa: Telecom ha una rete, vecchio stile, cioè fatta di rame, con cui distribuisce i dati sul territorio. Valore di bilancio: 15 miliardi. Quando era in auge, Renzi voleva che Cattaneo ammodernasse la sua rete, sostituendola con la fibra ottica. Allo scopo pretendeva che Telecom comprasse una società che si chiama Metroweb e che ha già cablato Milano. Cattaneo ha risposto qualcosa come: la rete ce l’ho già, cosa mi vado a mettere in casa questa Metroweb?, con questa presa di posizione qualificandosi come nemico del governo. Renzi allora fece ricorso all’Enel, che ha a sua volta una rete, quella che fa arrivare la luce alle nostre lampadine. L’Enel, alleandosi con Cassa depositi e prestiti, ha dato vita a una società che si chiama Open Fiber e che si propone di cablare il Paese con la fibra ottica. Quello che Cattaneo non aveva voluto fare.
• Siamo abbastanza ricchi da poterci permettere due reti di telecomunicazioni?
Si direbbe di no, ma in ogni caso: Cattaneo ha reagito alla nascita di Open Fiber (un concorrente temibile se riuscirà a fare davvero quello che si propone) annunciando a sua volta che avrebbe cablato il Paese fino agli armadi telefonici che si trovano mediamente a cento metri di distanza dalle abitazioni. Avrebbe deposto le fibre anche nelle zone dove la domanda di connessione è scarsa o nulla. Praticamente una dichiarazione di guerra al concorrente pubblico Open Fiber.
• Che c’entra questa guerra mondiale col licenziamento di Cattaneo?
La guerra difensiva annunciata da Cattaneo sarebbe finita probabilmente con una qualche intesa, e l’intesa avrebbe fatto entrare in qualche modo Open Fiber in Telecom. Bolloré, sospettando che quella guerra fosse finta, e non volendo in casa partner scomodissimi come quelli dell’Enel, ha preferito mandar via il suo manager. E se si fosse sbagliato e la guerra fosse stata vera? Anche in questo caso, meglio tagliare: Bolloré è già in guerra con Berlusconi per la vertenza Mediaset Premium, è accerchiato dalla Consob, dall’Agcom e dalla Guardia di Finanza, insomma in Italia è messo in una posizione molto scomoda. Un nuovo fronte sul lato Telecom - deve aver pensato - è assolutamente da evitare.