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 2017  luglio 24 Lunedì calendario

Danni per 2 miliardi Dieci. Regioni pronte a chiedere lo stato di calamità

ROMA Ce ne accorgiamo solo quando manca. Invece inquiniamo e disperdiamo l’acqua. 9 miliardi di litri l’anno, stima il verde Angelo Bonelli. E invochiamo lo stato di calamità. Almeno una decina di regioni valutano se chiederlo, qualcuna l’avrebbe già fatto. Fino a ieri sera a Palazzo Chigi era arrivata solo la richiesta della Toscana. A Parma e Piacenza è già stato concesso lo stato di emergenza. Ma, dice il ministro dell’Ambiente, Galletti «la situazione resta critica in tutto il Centro-Sud e nelle Isole. La raccomandazione è non sprecare».
In molte città, prima fra tutte Roma, si prefigura il razionamento. Ad Alghero e in tutto il Sassarese già c’è. Ma anche in alcune città del Veneto e in Campania, nel Salernitano.
Secondo la Coldiretti, sono 2 miliardi i danni subiti da agricoltura e allevamento. Il Lazio ha già decretato lo stato di emergenza il 5 luglio. La Campania si è allineata. Si prepara a farlo la Sicilia. E la mappa della sete comprende anche il Nord. Ma è davvero siccità record? «Il livello della pioggia caduta è tra il 50 e il 60% in meno di quella attesa», conferma Mario Giuliacci. «Non siamo al record del 2000. Ma fra dicembre 2016 e giugno 2017 sono caduti 250 mm di pioggia. Contro i 420 mm medi degli ultimi 25 anni. Lunedì e mercoledì pioverà. Ma più al Nord che al Sud», anticipa il direttore di meteoGiuliacci.it.
Ne beneficerà il lago di Garda che è al 34,4% di volume. Il Po, a Pavia, è 3,5 metri sotto lo zero idrometrico. I 2/3 dei campi coltivati in tutta Italia sono senz’acqua. La produzione di latte è crollata del 15%. E in Lombardia sui pascoli di montagna si registra un calo del 20% di erba per il bestiame. In Piemonte soffrono le province di Cuneo, Asti e Alessandria. Gli agricoltori della Liguria temono per gli oliveti. Ed è allarme pesto, per un calo nella produzione del basilico di Andora ed Albenga. Il Veneto ha emesso, da aprile, tre ordinanze per contingentare l’acqua. Preoccupa una zona del cuneo salino del Polesine di circa 62 mila ettari pari al 10% della superficie regionale. In Trentino Alto Adige la produzione del primo taglio di fieno è stata falcidiata del 30%. Lo stato di «sofferenza idrica» è stato sancito anche in Friuli Venezia Giulia. Danni in Emilia Romagna, soprattutto a pomodoro da industria, cereali, frutta, ortaggi, barbabietole e soia, per 100 milioni di euro secondo la Coldiretti. Oltre 200 milioni, invece, è la stima per la Toscana. Nelle Marche si parla di 30 milioni. E in Umbria di circa 60.
Nel Lazio, oltre alla Capitale assetata, danni alle coltivazioni di Latina. La metà dei raccolti di mais, ortaggi, meloni, angurie sono compromessi. In Campania soffrono tutte le province con una stima fino a 200 milioni di euro. Ma perdite gravi anche in Abruzzo, in Puglia, nel Metapontino in Basilicata, in Calabria. In Sicilia costi triplicati per chi è costretto a irrigare con l’acqua che in alcune zone del Catanese non arriva. In Sardegna nel Sulcis-Iglesiente 4 mila aziende agricole sono rimaste praticamente senz’acqua.