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 2017  luglio 22 Sabato calendario

Il dossier scagiona Georg Ratzinger. «Non sapeva degli abusi di Ratisbona»

CITTÀ DEL VATICANO Don Georg Ratzinger? Nelle 440 pagine del terribile Rapporto Weber che ha fatto emergere dal silenzio abusi fisici, psicologici e sessuali di 547 bambini del coro di Ratisbona nell’arco di 70 anni, ci sono alcune testimonianze che dissipano tutti i dubbi sul ruolo del fratello del Papa emerito, don Georg Ratzinger, per vent’anni a capo della scuola di musica. L’ex Kapelmaister viene descritto con precisione da alcune ex vittime. A raccogliere le testimonianze è stato l’avvocato Ulrich Weber, il legale della Wasser Ring, l’associazione di tutela delle vittime di abusi, incaricato nel 2010 dal vescovo Vederholzer di condurre in porto la più sconvolgente e vasta inchiesta di abusi mai fatta in Germania. Un professionista imparziale, garante della massima trasparenza e lontano dalle istituzioni ecclesiali. Gli abusi descritti nelle 440 pagine sono pesanti. Vanno dalle sberle ai metodi di oppressione veri e propri, da «campo di concentramento» per ottenere una ferrea disciplina, fino agli abusi sessuali cui furono costretti 67 ragazzini da parte di 9 insegnanti. Il periodo in esame va da 1945 al 2015. Alcuni aguzzini nel frattempo sono morti. 
IL CONVITTO 
Le violenze sessuali, secondo il rapporto Weber, avvennero all’interno degli istituti collegati alla Fondazione di diritto statale comprendente le scuole elementari, il ginnasio, il convitto e la scuola di musica, dislocati in tre differenti località, Ratisbona, Etterzhausen e Pielenhofen. Una fondazione indipendente dalla diocesi, in cui ogni realtà era gelosa dei propri confini e piuttosto chiusa. Gli abusi sessuali documentati riguardano i bambini che frequentavano le scuole di Etterzhasen e Pielenhofen, alle quali don Georg Ratzinger, essendo Kapermaister a Ratisbona, non aveva accesso. A pagina 308, uno dei tanti ex allievi della scuola di Ratisbona, descrive così don Georg: «Dava l’impressione di non percepire la realtà circostante al di fuori della musica. Era una persona rispettata, ma più come un nonno che distribuiva settimanalmente dei dolci e con la sua passione più alta per la buona musica (...) Non sapeva nulla della scuola. Anche della vita interna al collegio non sapeva davvero molto». Secondo il report nel coro della cattedrale di Ratisbona non si registrarono mai casi di violenza sessuale, nè vengono formulate accuse specifiche. Un’altra vittima ha testimoniato che don Georg era sì dispotico ma mai violento. «Era autoritario ma non ha mai fatto male a nessuno»; «Era veramente giusto, competente. Lo ricordo con rispetto»; «Sgridava, ma in modo amichevole, mai vendicativo»; «Era rigoroso, ma indubbiamente bonario»; «Ne ho un buon ricordo, come di una persona molto calorosa»; «I bambini gli andavano incontro senza paura. Era sempre attorniato da grappoli di bambini»; «Il nostro Domkapellmeister, il nostro capo, era apprezzato da tutti i bambini, anche se ci sottoponeva a prove stressanti»; «Se era possibile, eravamo tutti i pomeriggi alle ore 16 davanti alla sua porta e lui condivideva con noi pezzi di torta, biscotti e dolci». Don Georg Ratzinger, 93 anni, ormai cieco, di questa bufera che lo ha investito in pieno preferisce rispettare la linea del silenzio, in accordo con il fratello, il Papa emerito, anch’egli muto davanti a questa ondata di accuse di presunte complicità o connivenza. Il rapporto dimostra inoltre che non esisterebbe alcuna prova che egli abbia mai saputo di abusi sessuali proprio per il suo carattere schivo e il suo interesse quasi maniacale al solo aspetto musicale del coro, contrapposto al totale disinteresse alla vita della scuola e del convitto.