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 2017  luglio 22 Sabato calendario

Jasmine Trinca: «Che fatica fare la madre»

La figlia Elsa, otto anni, si aggira per casa; l’aria furba, ai piedi le scarpe di velluto con la zeppa della mamma: «Belle, vero?». Jasmine Trinca allarga le braccia. È rimasta una ragazza senza età, la pelle di pesca, solo i capelli sono un po’ più biondi. «Dopo Fortunata (il film di Sergio Castellitto con cui ha vinto il premio come miglior attrice nella sezione “Un certain regard” a Cannes, ndr) ho deciso di tenerli così… Che dice? Troppo?». L’attrice più premiata del cinema italiano si muove leggera nella sua tana, al quartiere Testaccio d Roma: «Sono vissuta qui con mia madre, poi ho comprato la casa della vicina e ho unito i due appartamenti. Vede? Io dormivo nel soppalco e questa è diventata la stanza di Elsa». Ristrutturazione essenziale e quindi elegante, peccato che i libri siano posizionati a quattro metri d’altezza, su una lunga mensola. «Sì – ride – me l’ha detto anche Valerio (Mastandrea ndr) ma io così vado a colpo sicuro, so dove trovarli. Vede? Mi arrampico sulla scala e via».
L’adolescente scoperta da Nanni Moretti e lanciata con La stanza del figlio, la ragazza che studiava Archeologia per rispondere a troppe domande sul passato, è una donna di 36 anni che regala ai ruoli che interpreta una dolorosa verità e grande tenerezza. «Fortunata è una madre che ti entra dentro» spiega Jasmine «le mamme non sono tutte uguali. Non posso credere a quei modelli materni perfetti, a quelle donne che sanno tutto di sé stesse, del loro ruolo nel mondo e nella vita. Io sono diventata mamma facendo la mamma. Facciamo tutte una grande fatica. Quando sono tornata da Cannes mi hanno festeggiato nel quartiere, i premi non servono a far crescere l’ego ma a rassicurarti: ho lavorato bene, se ne sono accorti». Ora l’aspetta un’altra donna speciale: sarà Ilaria Cucchi nel film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini sulla vicenda di Stefano Cucchi (interpretato da Alessandro Borghi) morto il 22 ottobre 2009 dopo l’arresto. «L’incontro con Ilaria è stato da fondere il cuore, è una donna che avevo lungamente seguito per la sua battaglia», racconta l’attrice. «Ho sempre ammirato la sua forza e quella sua famiglia, ammiro la forza di chi non ha paura in un mondo in cui tutti ne hanno. Ilaria è guidata dal coraggio che sta nell’essere femminile. Sono arrivata all’incontro con lei con profonda gratitudine per quello che ha fatto, ha lottato per il fratello ma quella di Stefano è una vicenda pubblica che riguarda tutti noi. Spero di poter restituire la sua forza vera, lo farò con tutto il cuore». Ha inaugurato il Festival di Giffoni («Giffoni mi restituisce un’enorme fiducia nell’umanità – spiega – è bellissimo che tanti ragazzi abbiano ancora voglia di riunirsi e di godere insieme del cinema»), l’attrice è legatissima alla sua famiglia femminile e «orgogliosamente popolare» come dice lei: la nonna, la mamma persa troppo presto. «Ho fatto un discreto lavoro su me stessa» rivela «in classe sono sempre stata la saggia. Ero silenziosa, concreta, ascoltavo. Quella “ragazza giudiziosa” è cresciuta, sbaglia, è diventata una madre imperfetta. Dopo tanti anni di analisi ho capito che c’è ancora tanto di me da scoprire». Il cinema non aiuta? «Aiuta sì. Gli incontri che ho fatto, con Nanni o con Marco Tullio Giordana con cui ho girato La meglio gioventù mi hanno fatto tirare fuori tante cose di me. Venivo dai boschi, come dico spesso, mai avrei immaginato che il cinema mi avrebbe cambiato la vita».
Tanti incontri, tanti ruoli: si è mai sentita insicura? «Mai? Sempre. Alle donne è richiesta la perfezione e ce n’è di strada da fare. Una convive con le proprie sicurezze, le altre sono irraggiungibili». Ma non esageri. «Guardi qua, io c’ho sti denti un po’ stortignaccoli ma ci sono affezionata. Sono miei, sono io. Quando ho girato The gunman con Sean Penn e Javier Bardem, gli americani volevano che indossassi le faccette. Fanno magie: sorrisi tutti uguali, perfetti. Io con le faccette sui denti sembravo un coniglio. No, grazie. Meno male che Penn era dalla mia parte».
Si è separata da Antonio, il padre di sua figlia: oggi è single? «Sono single e sono serena. Ho a lungo cercato un cane che mi somigliasse – ricorda La Carica dei 101 di Disney? Non è geniale? – invece ho capito che sono un gatto, non un cane. Sogno l’indipendenza ma voglio anch’io una carezza: basta lasciarmi le finestre aperte sui tetti».