la Repubblica, 22 luglio 2017
Solo due moto per 140 vigili. Che ora restano a piedi
ROMA Vigili motociclisti ma senza le moto. Un altro paradosso che va ad aggiungersi al lungo capitolo di disagi, disservizi, assurdità tipicamente capitolini. Su ben centoquaranta Bmw accessoriate (una motocicletta che costa dai 10 ai 15 mila euro) soltanto quattro fanno regolarmente servizio ma, di queste (assegnate al Gruppo Pronto Intervento Traffico, considerato, fino a qualche anno fa, la punta di diamante della polizia Roma Capitale) due sono dirottate, quotidianamente, al Campidoglio con funzione di postini. Un compito che potrebbe essere svolto tranquillamente da un “camminatore” comunale, figura ancora prevista in organico e che spesso resta inoperosa.
Ma perché le moto si fermano? Semplice: mancano i soldi per ripararle. Se a una Bmw si fulmina la lampadina di un faro (dai 5 ai 10 euro per sostituirla), la due ruote finisce in deposito per mesi. Nell’attesa che dalle casse escano i pochi spiccioli per rimetterla in strada, la batteria si scarica, le ruote si ovalizzano, le guarnizioni si seccano e la spesa lievita a parecchie centinaia di euro. Ovviamente nessuno paga. Passa ancora qualche tempo e la scintillante motocicletta di una volta è ridotta a un rottame.
Uno stillicidio che, a poco a poco, ha falcidiato il parco mezzi dei centauri. Ma non basta: parte delle motociclette erano state acquistate direttamente dal comune, altre erano in leasing e poco a poco, visto che nessuno saldava le rate, sono state restituite. Quelle del Campidoglio, invece, continuano a pagare regolarmente il bollo e molto spesso (quando a nessuno viene in mente di sospenderla o disdirla) perfino la polizza dell’assicurazione. Quasi una beffa aggiunta al danno, oltre che un rivolo in più che esce dalle casse del comune.
«I vigili in moto hanno una funzione fondamentale», ricorda Mauro Cordova, presidente dell’Arvu, l’associazione più rappresentativa dei circa 6 mila “pizzardoni” (un nomignolo che, sembra, derivi dal vecchio copricapo chiamato “pizzarda”). «I centauri sono i primi ad arrivare sul posto se c’è un incidente quando il traffico si blocca e sono uno strumento irrinunciabile per la sicurezza. Il Centro storico, tradizionalmente, è sempre stato presidiato dai nostri agenti in moto, ora ce ne sono solo due, una situazione mai vista prima…».
Mauro Cordova analizza uno per uno la situazione dei 13 presidi della Roma Capitale. Il Gruppo Pronto Intervento Traffico, da solo, contava 100 moto mentre oggi ne sono rimaste quattro contando i due centauri- portalettere. Le nove Bmw del I gruppo sono desaparecido, ferme le 6 dei Parioli, sparite quelle del Nomentano, di Torri, dell’Appio, del Tuscolano. A Marconi languiscono quattro moto con la batteria scarica da sempre, all’Eur altre quattro non possono uscire perché l’assicurazione è scaduta.
«La gente è esasperata e ha perfettamente ragione», accusa Cordova. «Ormai non si vede più un vigile urbano. Se chiamano per un’auto sul parcheggio dei disabili, una buca o un’altra emergenza è già tanto se riusciamo a intervenire dopo parecchie ore ma molto spesso neanche andiamo sul posto… Tutto il corpo, con la nuova amministrazione, è in una situazione disastrosa anche se il comandante Diego Porta è una persona qualificata e benvoluta. È il Campidoglio che non fa la sua parte».
I rapporti tra i vigili urbani e la sindaca Virginia Razzi, se non idilliaci, all’inizio sembravano distesi. «Dopo il suo insediamento presentammo una serie di richieste e lei si dichiarò d’accordo su tutti i punti. Ci rivedemmo assieme al delegato alla sicurezza Marco Cardilli e fu una specie di idillio. La sindaca sosteneva le nostre istanze e ci dette appuntamento tra venti giorni per stilare un piano di interventi graduali. È passato un anno e non s’è più vista ne’ sentita. Ho scritto una decina di lettere, chiesto udienza, sollecitato appuntamenti… Niente. E nell’organico resta un buco di 3.400 agenti». A questo punto scatta una dichiarazione di guerra. «A ottobre prenderò in affitto un pullman e organizzerò una serie di manifestazioni in Campidoglio: i romani devono sapere che sta succedendo. Sarà un autunno di fuoco». La rivolta dei pizzardoni. A Roma mancava solo quella.