La Gazzetta dello Sport, 23 luglio 2017
Ama Morata, sembra Belotti: oggi il 9 del Milan è Patrick Cutrone
Niente male questo Cutrovic. Patrick Cutrone ha un nome straniero e un ex allenatore, Walter De Vecchi, che per scherzare gli cambiava il cognome alla slava. Come dire: i giovani stranieri andranno anche di moda, ma a volte sono più forti gli italiani. Aveva ragione. Sono passati anni e Patrick Cutrone ha fatto come certi fiumi: è emerso all’improvviso. Non che fosse sconosciuto – tra gli attaccanti leader delle nazionali giovanili, c’è sempre stato – ma due gol al Bayern ti proiettano inevitabilmente in un’altra dimensione. A metà di una mattina di luglio, l’Italia ha scoperto che Cutrone è materiale da Serie A. Ieri Patrick ha girato in porta di testa una punizione di Rodriguez, poi ha chiuso in porta un’azione cominciata da lui. Per i milanisti è stata una sorpresa: vuoi vedere che, in questi giorni di ricerca di un attaccante, il vero 9 può essere il ragazzo col 63?
4 GOL A 7 ANNI Patrick conferma una regola: il Milan sa produrre calciatori. Cutrone fa parte del gruppo dei ’98, in cui il Milan di Berlusconi credeva tantissimo. Ha giocato per anni con Manuel Locatelli, di cui è amico, ma in realtà vive al Milan da una vita. Patrick è arrivato in rossonero grazie a una segnalazione di un osservatore, Luigi Rampoldi. Veniva dalla zona di Como, aveva solo 7 anni. Mauro Bianchessi, l’ex responsabile dell’attività di base che lo ha scelto, è sempre stato sicuro: «Patrick è un leader e ha il gol nel dna. Nella partitella di provino segnò 4 gol». Non si è mai fermato. Negli anni ha fatto gol all’Inter, alla Germania (tripletta...) e al Barcellona, ora anche al Bayern degli adulti. Con logiche dichiarazioni sorridenti: «Abbiamo giocato tutti una grande partita. È una giornata che non dimenticherò mai: sul primo gol non credevo nemmeno io di aver segnato, per il secondo abbiamo fatto una bellissima azione. Il futuro? Spero di rimanere al Milan».
IN PRESTITO? Ecco, il futuro. Il Milan con i suoi agenti Branchini e Orgnoni ha sempre ragionato sul prestito a una squadra di A o B. Montella ha chiesto di testarlo in ritiro e ovviamente ha apprezzato. Il Milan ora sta pensando di tenerlo oppure, al massimo, di cederlo in prestito senza il classico riscatto e controriscatto. Destinazioni possibili, da definire. Il Verona si è mosso, poi ha scelto altre soluzioni. Il Bari ha fatto più di qualche domanda e resta sullo sfondo. Patrick sa tutto e ha un solo desiderio: giocare, giocare tanto.
PICCOLO BELO La volontà nasconde una delle sue qualità migliori: Patrick, quando non gioca o non segna, sta male. È un attaccante che, in stile Inzaghi, fa del gol una ragione di vita e una malattia. Poi, curiosamente, si lega ai nomi forti di questa estate rossonera. In un’intervista ha detto di studiare Morata ma in campo, con quella voglia di lottare su tutti i palloni, ricorda soprattutto Belotti. Patrick rispetto a loro costa meno di un decimo, ma giovedì, a Craiova, Morata e Belotti non ci saranno. Bacca guarderà dalla tribuna e allora la previsione è semplice: ci sono buone possibilità che il 9 sia ancora il 63.