Il Sole 24 Ore, 23 luglio 2017
Giletti ci manchi
Tra le notizie catodiche più pepate di quest’estate 2017, c’è la chiusura dello storico programma della domenica pomeriggio di Rai 1 L’Arena di Massimo Giletti. I motivi di tale sospensione – effettivamente curiosa, se pensiamo ai tanti autogol inanellati da mamma Rai negli ultimi anni (molti hanno trovato ampio riscontro nella nostra rubrica, e difficilmente si tratta di un buon segno…), e invece al costante, insistito, successo de L’Arena, in grado persino, stagione dopo stagione, di fare le scarpe alla Lady D(omenica) di casa Mediaset, la Santissima Barbara D’Urso – restano misteriosi, c’è chi dice sia colpa della verve polemica (qualcuno dice: populista, qualcun altro: grillina) del conduttore, chi parla dei soliti, sotterranei, rimpasti politici: sta di fatto che Massimo Occhio Languido Giletti sembra proprio essere in procinto di abbandonare una nave solida e ben rodata, e ovviamente non possono mancare messaggi di sbigottimento e sostegno.
Se Piero Chiambretti, su Twitter, sottolinea l’aspetto strategico (o meglio: non strategico) della vicenda – «Povera Rai non ne azzecca più una. Cancella Giletti, premia Fazio che un giorno sì e un giorno no se ne vuole andare. Perché?» –, Mara Venier si dice dispiaciuta e solidale con Massimo, con tanto di hashtag #amiciziavera e #sempreconte.
In queste settimane, stanno andando in onda le ultime puntati speciali del programma, registrate prima dell’annuncio della cancellazione.
Vediamo un Massimo, quindi, del tutto a suo agio, nei panni dell’anfitrione, che ammicca agli ospiti, che ammicca al pubblico in studio, che ammicca al pubblico a casa, che ammicca pure ai cameraman, probabilmente, dato l’effetto domino che si crea: un’onda di tiepida lascivia che impregna l’atmosfera. Ma si sa che il buon Giletti è fatto così: per lui Iva Zanicchi è «una donna di spettacolo, anzi, uno spettacolo di donna», Alba Parietti «non è mai stata imitata da nessun comico perché è inimitabile» e persino Cecchi Paone risulta in splendida forma, tanto da augurargli «un ritorno alla politica». Il programma in sé, poi, si configura come la manifestazione suprema della sua cerimoniosa attitudine: non un tv show bensì un grande elogio, un grande omaggio al tale vip e alla tale showgirl, incensati con filmati e interviste. E, per quanto l’idea di tessere le lodi di un personaggio non presente in studio, con pure la gigantografia alle spalle, faccia tanto “caro estinto”, non c’è dubbio che l’intento sia nobile e il risultato apprezzabile. E che siamo avvezzi, ammettiamolo, a ben altra monnezza, che avrebbe meritato, quella sì, una cancellazione repentina.