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 2017  luglio 23 Domenica calendario

Nuoto, in vasca la tecnologia è made in Italy

Il made in Italy non ha bisogno di tempi per qualificarsi ai grandi eventi, ci arriva per qualità ed efficienza dei prodotti che sa creare. Ai Mondiali di Budapest, Piscine Castiglione, che è anche sponsor della Fina, la federazione internazionale del nuoto, ha installato tre piscine: due nel City Park, a ridosso del Városliget Lake, per il nuoto sincronizzato e una per l’high diving, la disciplina degli spericolati tuffatori da 27 metri, in Batthyány Square. «Questa commessa – sottolinea Annalisa Colletto, dirigente dell’azienda – conferma la nostra leadesrhip nel settore delle vasche da competizione».
Il gruppo di Castiglione delle Stiviere (Mantova), 300 addetti, con realizzazioni in 70 Paesi, produce fin dal 1961 impianti sia pubblici che privati ma lega nome e prestigio alle piscine da gara. Che si tratti di Europei, Mondiali o Giochi olimpici (da Atlanta 96 in avanti), Piscine Castiglione c’è. Soprattutto perché presenta impianti che sono smontabili (e quindi riutilizzabili) e che hanno brevissimi tempi di posa. Anche le due piscine del nuoto sincronizzato di Budapest, quella da competizione (dove lunedì scorso il duo misto Minisini-Flamini ha vinto un oro storico per l’Italia) e quella per il riscaldamento, sono già state smontate una volta negli ultimi mesi: prima dei Mondiali erano in una zona diversa della città da quella in cui si trovano ora e, a manifestazione terminata, avranno un’altra destinazione ancora. Questa è la tecnologia Myrtha Pools, caratterizzata da pannelli da 90 centimetri in acciaio inox laminati a caldo con membrana in pvc e imbullonati fra loro. Si tratta di una costruzione meccanica che garantisce massima precisione: se, per qualsiasi motivo, la vasca si «sposta» (di millimetri si parla), un sistema di viti e controviti riporta il bacino alle dimensioni da gara. Vanno poi considerati i tecnici dell’azienda che sono sempre presenti a bordo vasca e che a Rio de Janeiro furono determinanti nel risolvere il caso delle «acque verdi». Ai Giochi 2016, Piscine Castiglione aveva realizzato tutte le vasche (18) del parco olimpico, tranne due, proprio quelle con l’«acqua verde». E per tornare a una situazione di normalità fu il Cio a chiedere aiuto ai tecnici della Castiglione, che riuscirono a travasare le vasche in 14-15.
«Il segmento delle vasche da competizione è in rapida espansione ed esportiamo la tecnologia Myrtha Pools ovunque – continua Colletto – perché abbatte di due terzi i tempi di realizzazione e garantisce il riutilizzo ma non viviamo sugli allori e facciamo molta ricerca per restare competitivi e precorrere i tempi». In questa fase, ad esempio, Piscine Castiglione sta conducendo una serie di ricerche con l’Università di Ferrara per sviluppare un nuovo sistema di disinfezione negli impianti pubblici. Sviluppo e materiali innovativi valgono ricavi che nel 2016 si sono attestati attorno ai 70 milioni e «nel 2017, stimiamo un’ulteriore crescita del 15%», spiega la dirigente. Anche sull’onda della visibilità conquistata a Budapest fra ragazze bellissime che danzano sull’acqua e lo scenario iconico di Piazza degli Eroi, quelli che hanno fatto l’Ungheria di oggi.