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 2017  luglio 22 Sabato calendario

La mossa di Florentino Pérez su Albertis e il derby Madrid-Barcellona

La possibile contro offerta su Abertis, se ci sarà, porterà la firma di Florentino Pérez. E questo, fanno notare alcuni osservatori, non è certamente un caso. Non tanto perché Pérez, proprio tramite la stessa Acs è stato fino al 2010 uno dei soci più importanti del gruppo autostradale spagnolo, quanto per il significo che la sua eventuale discesa in campo ha. Pérez è una delle figure più rilevanti di Spagna e dell’Europa stessa, grazie anche alla carica di presidente del Real Madrid che ormai riveste ininterrottamente dal 2000 (è al quinto mandato). La stampa spagnola si è spesso esercitata sul ruolo centrale che la tribuna d’onore del Bernabéu gioca nelle dinamiche del paese. Da più parti quelle poltrone con vista privilegiata sul campo del Real sono state definite come un vero e proprio “centro di potere” che si muove nell’ombra, simbolo dei rapporti e delle relazioni politico-economiche che si intrecciano sul suolo spagnolo. Lì, partita dopo partita, si alternano leader politici e grandi uomini d’affari, giudici e avvocati. Il tema è diventato ancor più d’attualià il marzo scorso quando Gerard Piqué, centrale del Barcellona, si è scagliato contro i Blancos: «Non mi piace il Real Madrid: dal suo palco muove i fili del paese».
Ecco perché la firma di Florentino Pérez ha un peso diverso, perché viene vista come qualcosa di assai vicino al governo centrale e all’establishment spagnolo. Confermando, peraltro, quella che ormai è una sensazione diffusa tra gli operatori: è ai piani alti di Madrid che si studia un’alternativa alla proposta di Atlantia. Da lì sono partiti i primi rumor, poi smentiti, su una possibile contro Opa di Globalvia. Sempre lì è nato il secondo tentativo, poi fallito, di portare sul campo di gioco il gruppo aeroportuale pubblico Aena. E ora spunta la Acs di Florentino Pérez.
Madrid, fanno notare gli stessi osservatori, viaggia però su frequenze opposte a quelle di Barcellona dove invece ha sede La Caixa, il principale socio di Abertis, già partner di Acs nel gruppo autostradale.
La tensione tra la Catalogna e il governo centrale è palpabile da tempo e sta per sfociare nel referendum per l’indipendenza. Referendum che si terrà il primo ottobre e che è stato definito «illegale» dal premier spagnolo Mariano Rajoy che ha promesso di impedirlo, e «vincolante», invece, dal presidente secessionista catalano Carles Puigdemont. Le ultime proiezioni dicono che il sì viaggia attorno al 41% e il no al 49%. Al di là dei numeri, a lungo gli imprenditori catalani, con in testa La Caixa e il presidente della Fondazione La Caixa, Isidro Fainé, hanno chiesto a Rajoy e a Puigdemont di dialogare per evitare uno shock istituzionale. Appelli caduti nel vuoto che dimostrano, tuttavia, come la distanza tra Madrid e Barcellona non sia al momento colmabile.
E in questo scenario si deve evidentemente muovere anche il primo azionista di Abertis, il gruppo bancario catalano, socio rimasto fedele negli anni ma a lungo anche partner di Florentino Pérez. Tanto che Caixa Bank giusto il marzo scorso è diventato sponsor ufficiale e partner finanziario del Real Madrid. L’istituto, fino ad oggi, non ha preso posizione ufficiale sull’Opas di Atlantia ma, riferiscono alcune fonti, la banca ha diverse ragioni per guardare con favore all’offerta italiana. La prima è che a lei è di fatto destinata la parte in azioni della proposta. E quella componente, ai prezzi attuali del gruppo italiano, valorizza ogni singola azione Abertis 17,8 euro, ben al di sopra delle quotazioni del colosso iberico, cresciute, peraltro, proprio sulla scia dei rumor di possibili contro scalate. Altro tassello sono i benefici futuri a cui avrà accesso La Caixa in quanto azionista rilevante di Atlantia: i dividendi. In questo senso, stimano gli analisti, l’istituto potrebbe veder crescere del 30-40% le cedole. Due buone ragioni per tener conto della proposta italiana. Anche se molto dipenderà da cosa metterà sul piatto eventualmente Acs e soprattutto da come si muoverà Florentino Pérez, il quattordicesimo uomo più ricco di Spagna, secondo una recente classifica di Forbes. La rivista lo definisce un self made man capace, negli anni, di costruire una fortuna che supera i 2 miliardi di dollari e che ruota, in termini economici, attorno al colosso delle costruzioni, e sul piano delle relazioni attorno al Real Madrid, dove è il capo dei capi della squadra più ricca e potente al mondo, tre Champions delle ultime quattro. Ed è stato lui il motore dell’ascesa dei Blancos grazie anche al fatto di essere stato in grado, creando i Galacticos, di rivoluzionare le dinamiche del calciomercato. Ha sborsato cifre astronomiche per campioni come Zinedine Zidane, nel 2001 (oggi sulla panchina del Real) e Gareth Bale (più di recente) che l’hanno ripagato siglando i gol decisivi in due finali di Champions League.