Corriere della Sera, 22 luglio 2017
Detti e Paltrinieri, gemelli diversi: «Siamo autentici, ci divertiamo, per questo piacciamo molto»
BUDAPEST Quando si avvicina il grande evento, il tecnico Stefano Morini li separa: Gregorio di qui, Gabriele di là. «Perché facciamo gare diverse e perché amiamo lavori differenti», dice il primo. «E poi c’è il lato psicologico. Scannarci in allenamento ci ha spinto fin qui, ma farlo anche ora, sotto gara, sarebbe controproducente», aggiunge il secondo. Sono le vite parallele di Gregorio & Gabriele, all’apparenza simili, in realtà diversissimi. Basta vederli nuotare fianco a fianco un giorno qualsiasi nel campus di Ostia: bellissimi entrambi, ma come è leggero e sinuoso uno, così è potente e aggressivo l’altro. Ad accomunarli però sono l’approccio sorridente alla vita e la dedizione al lavoro matto e disperato per diventare i magnifici nuotatori che sono. Qui a Budapest, dove sono sbarcati giovedì, sono pronti per inseguire altra gloria. Insieme si raccontano così.
I 400 sl li fa solo Gabriele. Nei 1.500 è favorito Gregorio. Negli 800 però le due onde entreranno in collisione perfetta: sarà la gara del secolo?
R Paltrinieri «Oddio, del secolo... Bisogna vedere che ne pensano gli avversari. Di certo sarà combattutissima».
R Detti «Sarà un massacro! Ma forse una soluzione ce l’ho: io vinco i 400, tu i 1.500 e negli 800 tocchiamo primi insieme».
Greg in futuro si darà al fondo, Gabriele alla velocità...
R Paltrinieri «Sì, punto alla 10 km ai Giochi di Tokyo. Lo dico da tempo: variare i propri interessi è fondamentale».
R Detti «Io invece dopo Tokyo vorrei specializzarmi nei 200 stile. Lui allunga le distanze, io accorcio e mi allungo la carriera...».
Con il mare avete un rapporto opposto...
R Paltrinieri «Lì ho imparato a nuotare, amo il senso di libertà quando vado a largo: per me il fondo non è un’avventura ma il ritorno al passato».
R Detti «A me il mare piace solo per il bagno».
Le vostre origini non erano di fondisti, però.
R Paltrinieri «Io ho iniziato con la rana, poi ho perso coordinazione. Meglio così, direi».
R Detti «Da piccolo facevo i misti, mi piaceva il delfino. Poi un giorno ho fatto la cazzata di nuotare un 1.500 ed eccomi qui...».
Il rapporto con il tecnico Morini, zio di Gabriele, com’è?
R Detti «Calma, lui per me è zio solo a Natale. In vasca mi tratta come tutti, e se deve frustare frusta».
R Paltrinieri «Rido se qualcuno dice che lo favorisce. Il Moro mica è matto che va contro se stesso!».
Sfidereste lo squalo come Phelps?
R Paltrinieri «Certo. Basta ci sia qualcosa a dividerci. Ma poi sarà velocista o fondista?».
R Detti «Per me non sa fare le virate, ma mi sa che perdiamo comunque».
Una qualità natatoria dell’altro?
R Paltrinieri «La velocità e il cambio di ritmo».
R Detti «La resistenza. E il cronometro che ha in capo».
Come sopportate la dura vita di Ostia?
R Detti «A volte la routine ti stende e Roma è distante... Ma avere scelto di andare lì ad allenarmi nel 2011 è il mio grande orgoglio».
R Paltrinieri «Per il nuoto è ottimo, ma dopo un po’ vorresti qualcosa in più».
Infatti Greg a fine anno andrà in Australia. E Gabriele?
R Detti «Io per ora sto bene dove sto».
R Paltrinieri «Io farò un mese a settembre poi altri due a inizio 2018. Non è la prima volta: a Melbourne ho tanti amici, a cominciare da Mack Horton (oro olimpico a Rio nei 400 sl, ndr)».
Un’altra grossa differenza: Gabriele si è appena sfidanzato.
R Detti «Eh, succede...».
R Paltrinieri «E ora sei un single ambitissimo! Io invece sto sempre con Letizia: purtroppo tra poco staremo distanti, io in Australia e lei in Spagna a fare l’Erasmus...».
R Detti «Ma dopo per loro prevedo un bell’anello...».
La sfida Juve-Inter come procede?
R Detti «Da interista è stato bello vincere la cena scommessa sulla finale di Champions. Poverino, era così convinto di vincere...».
R Paltrinieri «Che posso dire? Mi girano ancora...».
Con la fama com’è cambiata la vostra vita?
R Detti «Un sacco di ammiratrici! Scherzo. Giusto qualche autografo in più, ma finisce lì».
R Paltrinieri «La mia vita non è cambiata. Cambia forse il modo in cui ti vedono gli altri».
La cosa più falsa sentita su di voi?
R Detti «Che la nostra amicizia è una finzione mediatica. Perché dire queste cose?».
R Paltrinieri «Per fare un titolo... Ma sono cazzate».
Greg è ancora renziano? E Gabriele?
R Paltrinieri «Ho votato Renzi, sì. Ora sto osservando che succede».
R Detti «Ragazzi, io sono di Livorno... Da noi non si crede alle promesse di nessuno».
Questi Mondiali andranno bene se...
R Detti «Vado di frasi fatte? Darò il 120%, non mi pongo limiti».
R Paltrinieri «Io oso: mi piacerebbe la doppietta 800-1.500».
Ma ripartire dopo i trionfi di Rio è stato più facile o difficile?
R Detti «Per me uguale: il primo giorno di allenamento il Moro ci ha steso e tutto è tornato come prima».
R Paltrinieri «Io invece ci ho messo un po’ di mesi a risintonizzarmi. Poi la passione è tornata intatta».
Hanno detto che vi siete distratti troppo...
R Paltrinieri «Non rispondo neanche...».
R Detti «Io invece rispondo, e dico che la gente spesso parla a vanvera. Ai Mondiali in corta sono andato malissimo, vero, ma non per le distrazioni: in un anno post olimpico il pensiero principale va al Mondiale estivo. Ora vedremo se siamo distratti...».
Una qualità dell’altro fuori dall’acqua?
R Detti «È una bella bestia!».
R Paltrinieri «Ne ha talmente tante... Diciamo la bellezza. Anche se non c’è gara su chi ha più stile...».
Responso finale: siete molto più diversi che uguali.
R Paltrinieri «Verissimo. Ma stando così tanto insieme ci divertiamo anche molto. Io non ricordo una vera litigata fra noi. E poi siamo autentici. Per questo piacciamo».
R Detti «Basta guardarci per vedere le differenze! Ma volete sapere il segreto che ci accomuna? Siamo – posso dirlo? – un po’ coglioni. In senso buono, s’intende...».