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 2017  luglio 22 Sabato calendario

La cartomante fa riesumare il «padre» Dalì. E spuntano i baffi

Ancora poche settimane e l’autenticazione della più surrealista di tutte le opere di Salvador Dalì arriverà, forse, dal laboratorio dell’Istituto nazionale tossicologico di Madrid: una figlia, in carne e ossa. Una certa aria di famiglia c’è: la fronte, il taglio degli occhi e il naso della cartomante Pilar Abel, 61 anni, sono per ora gli unici indizi di quella scappatella estiva che il maestro si sarebbe concesso nell’estate del 1955 con una graziosa cameriera di 25 anni, a Figueres, in Catalogna. L’amore ancillare avrebbe prodotto un bebè, del quale apparentemente Dalì non ha saputo, o voluto sapere, nulla. All’epoca i test del Dna non erano correnti e comunque la giovane domestica non rivendicò alcun sostegno dal già celebre pittore, per ragioni ormai perse nella sua mente ottuagenaria devastata dall’Alzheimer: la neonata fu attribuita al marito, padre degli altri due figli. Ma prima che il morbo cancellasse i suoi ricordi, la madre di Pilar confermò un’indiscrezione della nonna: «Sì, è Dalì il tuo vero padre». Così l’altra sera, quando l’ultimo visitatore ha lasciato il teatro-museo dell’artista, sono entrate in azione travi e pulegge per sollevare la lastra di una tonnellata e mezza che, da 28 anni, sigilla la tomba del padrone di casa. Il tribunale di Madrid ha ordinato di prelevare campioni biologici sufficienti a isolare il Dna del genio per confrontarlo con quello della lettrice di tarocchi, nata nella primavera del 1956. La vera notizia, però, sono diventati i baffi di Dalì, intatti sul suo volto imbalsamato, come se il loro proprietario li avesse appena arrotolati con le punte all’insù, nella canonica posizione delle lancette di un orologio sulle 10 e 10. A Figueres c’è chi giura che Dalì sarebbe entusiasta di sapere la sua macromolecola biologica allo studio degli scienziati, ma alla Fondazione Gala-Dalì, amministratrice del patrimonio che l’artista lasciò alla Stato spagnolo, la riesumazione è vissuta come uno spreco di denaro e un’avvisaglia di nuovi guai: sebbene risulti che Dalì e la moglie Gala non potessero procreare, un tal José Van Roy Dalí si presentò anni fa come rampollo della coppia. Se Pilar vincerà la causa, ottenendo il 25% dell’eredità paterna, potrebbero materializzarsi altri pretendenti. Ma se sua nonna si è sbagliata, rischia di dover saldare il conto di tutto questo trambusto. L’udienza è fissata per il 18 settembre.