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 2017  luglio 22 Sabato calendario

Grecia, terremoto nelle isole dei turisti

Isola greca di Kos, ieri mattina. La paura ha le facce stravolte di migliaia di persone che hanno aspettato la luce del sole sedute lungo i marciapiedi o sulle sedie dei bar danneggiati. E quando l’alba è arrivata ha svelato più ferite di quanto tutti si aspettassero. Nella notte la terra ha tremato fino al 6.4 della scala Richter, epicentro fra l’isola e la città turca di Bodrum. In termini umani, alla fine, il bilancio è di due turisti morti perché il tetto del bar in cui si trovavano gli è crollato addosso (sono uno svedese e un turco), e di 358 feriti dei quali soltanto 25 sono rimasti ricoverati (cinque sono in gravi condizioni).
Nella parte storica di Kos ci sono molti palazzi segnati in più punti da crepe importanti. Tanti di quelli antichi sono totalmente o parzialmente crollati, fra loro il minareto dell’antica moschea e parti delle chiese di San Nicolas e Aya Paraskevi. Danneggiata anche la fortezza del 14esimo secolo all’ingresso del porto principale.
Nel periodo più affollato dell’anno per l’Egeo – solo a Kos sarebbero più di centomila i turisti che hanno prenotato vacanze nei prossimi giorni – le autorità locali hanno tenuto a mettere in evidenza che gli alberghi e la maggior parte degli edifici hanno riportato danni relativamente ridotti e anche il direttore dell’Ente per la protezione dei terremoti, Efthimios Lekkas, ha detto alla tv pubblica che «a Kos la gran parte delle case è di recente costruzione, edificata nel rispetto delle norme». Anche il premier Alexis Tsipras ha assicurato che la normalità sarà presto ripristinata, che la Grecia è un’area sismica e quindi «dobbiamo acquistare familiarità con eventi del genere e superare le difficoltà».
Ieri, per quanto ci provassero tutti, sull’isola di Kos le difficoltà erano tantissime ed evidenti. La gente per strada spaventata, l’aeroporto chiuso per metà giornata, i lavori per ripristinare la corrente elettrica, la ricerca di una sistemazione per chi si è ritrovato senza più un tetto e i problemi al porto, i più gravi. Dopo l’onda anomala creata dal movimento della faglia e arrivata fino a 40 centimetri di altezza fra i tavolini dei bar, è necessario ispezionare il fondale del porto. Quindi è stato vietato l’attracco alle grandi navi e alcuni traghetti hanno dovuto attraccare nelle isole vicine, da cui i passeggeri sono stati poi trasferiti a Kos con piccole imbarcazioni. Per loro non è stato il primo giorno di vacanza sperato. Non avranno dormito sonni troppo tranquilli.