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 2017  luglio 22 Sabato calendario

Lascia Sean Spicer, il portavoce di Donald Trump

WASHINGTON Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca, si è dimesso, forse un minuto prima di essere licenziato da Donald Trump. La versione ufficiale, naturalmente, è un’altra: «Il presidente ha chiesto a Sean di restare». Il controllo della comunicazione passa ad Antony Scaramucci, azzimato finanziere, 53 anni, ex Goldman Sachs, molto attivo nella raccolta fondi durante la campagna elettorale del 2016.
Spicer non ha accettato il declassamento: avrebbe dovuto rispondere al nuovo arrivato.
Qualche settimana fa il Washington Post aveva pubblicato una vignetta profetica: Trump agita una delle scimitarre riportate dal viaggio in Arabia Saudita fino a distruggere tutta la Casa Bianca. Nessuno, oggi, può sentirsi al sicuro.
La furia di Trump ha una causa precisa: le indagini sul Russiagate condotte dal super procuratore Robert Mueller. Il rischio per la presidenza cresce giorno dopo giorno. La Reuters rivela che Natalia Veselnitskaya, l’avvocata russa che incontrò Donald Trump jr, per anni ha avuto tra i suoi clienti agenti del Fsb, i servizi segreti di Mosca.
I contorni di quella riunione del 9 giugno 2016, cui partecipò anche il marito di Ivanka, Jared Kushner, sono ancora tutti da chiarire. Tre giorni fa Trump ha scatenato una furiosa offensiva, con un’intervista al New York Times. Prima ha stroncato le scelte del ministro della Giustizia, Jeff Sessions, rimproverandogli di aver ceduto il controllo delle indagini sulla Russia. Poi ha messo a fuoco il vero bersaglio: il super investigatore Mueller. Quello del presidente è un avvertimento: non si azzardi a frugare negli affari di famiglia. Da mesi gira la teoria che i business di Trump e del genero Kushner nascondano legami imbarazzanti con affaristi, banche e forse anche politici russi. Chiaro, tutto da dimostrare. Intanto Donald Jr e Paul Manafort hanno fatto sapere di non avere intenzione di comparire davanti alla Commissione Affari giudiziari del Senato, che li aveva invitati per mercoledì 26 luglio. Vedremo se arriverà la convocazione obbligatoria.
Gli avvocati dello Studio Ovale, intanto, stanno cercando di demolire la credibilità di Mueller, puntando su non meglio precisati «conflitti di interessi» e nello stesso tempo studiano un’ipotesi estrema, giuridicamente spericolata: Trump potrebbe concedere la <grazia> a se stesso e ai componenti del clan. In parallelo si ricostruisce il versante esterno. In prima fila la rocciosa Sarah Huckabee Sanders, promossa Press Secretary. Scaramucci, Direttore delle comunicazione, si è presentato in sala stampa con uno stile conciliante. Ha promesso «dialogo» ai giornalisti, ricordando di aver accettato le scuse della Cnn, che lo aveva inserito tra gli indagati nel dossier russo. «A Sean, invece, auguro di fare una montagna di soldi».