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 2017  luglio 22 Sabato calendario

Energia da Juric: «Voglio divertirmi con il Genoa bis»

Juric urla, insegna, sbotta, poi prende e corre a Milano per cenare con Preziosi. Il Genoa è un cantiere aperto e lui, il tecnico rossoblù, si sdoppia, anzi si moltiplica per completarlo, proteggerlo esaltarlo. «È vero, ho lasciato la squadra per qualche ora in maniera inusuale, ma era necessario che parlassi con il presidente».
Lei sembra molto coinvolto nel nuovo progetto?
«Condividiamo le idee, poi certe cose riusciamo a farle, altre meno. Quest’anno mi trovo meglio perché sono molto in sintonia con il d.s. Donatelli e Preziosi è attivissimo».
Perdipiù è in fase conclusiva la trattativa per la cessione della società. Quanto vi condiziona?
«Per nulla. Lavoriamo come una società normale. Non sembra neppure che il Genoa sia in vendita».
Da dove è ripartito dopo il finale tremendo dello scorso anno?
«Dalle stesse idee e da qualche piccola novità tattica a cui stiamo lavorando. In più abbiamo inserito nel team un nutrizionista molto bravo. L’obiettivo è fare bene tutto l’anno come nella prima parte dello scorso campionato. Per farlo ci serve qualcosa in più: diciamo alcuni giocatori veri».
Cosa intende per veri?
«Forti. Mi serve qualche titolare e qualche riserva. Ma soprattutto mi serve qualche altra pedina di qualità. Così ci divertiamo».
Che ci dice dei nuovi arrivi?
«Sto ancora valutandoli tutti, ma di sicuro su certi acquisti sono molto contento».
Qual è l’acquisto che ha preteso?
«Non c’è. Sono tutti obiettivi condivisi. Lapadula lo avevamo inseguito a lungo anche lo scorso anno. Bertolacci piace a tutti. Hanno esperienza, hanno fatto bene in A, hanno l’età giusta. Funziona così: definiamo insieme ruoli e caratteristiche, poi Donatelli e Preziosi fanno il meglio possibile».
L’anno scorso partì da una frase: il mio Genoa non deve mai mollare un centimetro. A conti fatti non l’assunto non è stato rispettato.
«Noi lo scorso anno abbiamo vissuto momenti molto belli e molto brutti, ma i giocatori non mi hanno mai tradito. Purtroppo a gennaio siamo andati in difficoltà per infortuni e cessioni. I nuovi arrivi non avevano il ritmo e l’intensità degli altri ed era divenuto difficile persino gestire gli allenamenti. Alla fine, però, ci siamo ritrovati ed io riparto da lì».
Per arrivare dove?
«Dipende dal mercato. Ma l’obiettivo resta unico: vogliamo giocare come piace a noi per il maggior tempo possibile durante una partita».
Certo che con il mercato scoppiettante di questi tempi ogni obiettivo diventa più difficile.
«Il livello del campionato si è alzato e non solo per i colpi strepitosi delle grandi, il Milan sta facendo un mercato economicamente pazzesco, ma guardate Torino e Atalanta e, soprattutto, quanto spende il Sassuolo».
L’evoluzione delle idee, invece, dove porta il calcio italiano?
«La strada è quella: gioco globale, si cercano molto i portieri che sanno giocare con i piedi, cosa che prima non interessava, poi si punta su elementi molto dinamici».
C’è uno dei nuovi acquisti che la incuriosisce ?
«Non capisco la meraviglia per il prezzo di Bonucci: i difensori bravi a difendere e ad impostare l’azione sono così rari che tutti li cercano».
Nel suo primo anno in Serie A si è trovato davanti un allenatore che l’ha meravigliata?
«Sarri spicca. Tutti ormai sanno cosa fa, lui non cambia mai ma fa il suo gioco così bene che non è facile resistergli».
Il nuovo Juric ha ricevuto un consiglio speciale?
«Sì, dal mio amico Tudor, che allena il Galatasaray. Mi ha detto: non pensare molto, divertiti e sfrutta il momento. Un suggerimento che dovrebbe valere per tutti».