TheGoodLife, 1 luglio 2017
Lino: gli impieghi che non t aspetti
Dalla tavola delle feste alla tavola da surf. È l’evoluzione compiuta dal lino: perché il tessuto un tempo riservato ai corredi casalinghi e tuttora prediletto per le tovaglie dei ristoranti d’élite (dal lussuoso Hassler a Roma al tristellato Piazza Duomo di Alba) oggi si è trasformato. E. oltre che per abiti e lenzuola, viene impiegato per realizzare valigie, racchette da tennis, altoparlanti, canne da pesca, skateboard, caschi protettivi e persino chitarre acustiche. «Il lino possiede alcune caratteristiche preziose sia per i consumatori di oggi che per l’industria» spiega Marie-Emmanuelle Belzung, direttrice di Cele, la Confederazione europea del lino e della canapa nata nel 2005. «Gli acquirenti, ormai sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti, ne apprezzano la sostenibilità: il lino non necessita di defoglianti e abbisogna di meno acqua rispetto al cotone, per il quale servono circa 7 000 litri per ogni chilogrammo raccolto». La conseguenza? Comprando una camicia di lino al posto di una di cotone si “risparmiano“13 bottiglie d’acqua da 1,5 litri. «Inoltre, della pianta di lino non si butta via nulla» aggiunge Belzung. Le fibre lunghe sono destinate alla filatura e tessitura di stoffe di pregio, con quelle più corte si fanno tessuti più grezzi (sacelli e strofinacci); lo scarto fibroso, la “stoppa“, è usato per imbottiture e per la produzione di carta, mentre quello legnoso è utilizzato come concime, combustibile o isolante; i semi e l’olio che ne deriva finiscono nella composizione di vernici e linoleum. In più, la pianta assorbe carbonio: ogni ettaro coltivato trattiene ogni anno 3,7 tonnellate di CO,. Calcolato su scala europea, ne risulta che la coltivazione di questa pianta assorbe annualmente 250 000 tonnellate di anidride carbonica: l’equivalente delle emissioni generate nello stesso periodo da 175 000 utilitarie. «Quanto all’industria, il lino suscita interesse per la sua versatilità» continua Marie-Emmanuelle Belzung. «Perché se la fibra di lino supera quella di vetro quanto ad assorbimento degli urti, la sua mancanza di elasticità gli conferisce una rigidità simile a quella della fibra di carbonio». Ecco dunque che, da un lato, il composito di lino (ossia la sua combinazione con altri materiali) viene utilizzato per attrezzature sportive “a elevato impatto”, come gli sci ad alta performance Spirit Otwo firmati Stòckli, le tavole da surf di Notox (contraddistinte da un triplo strato superficiale di lino e sughero) o le racchette da tennis di Artengo: basta mescolare la grafite con una percentuale del 15% di lino per aumentare del 22% il tasso di ammortizzamento degli shock. Dall’altro lato, per la sua resistenza meccanica e alla temperatura, il composito è impiegato anche nell’aeronautica (in particolare per l’elaborazione di alcuni prototipi di pale per elicotteri) e nel ciclismo: sostituendolo al carbonio in alcune parti del telaio, il marchio olandese Museeuw ha aumentato la resistenza strutturale delle sue biciclette da corsa, meno soggette a rotture per compressione o torsione. Persino il glorioso marchio americano Blackbird Guitars ha adottato’un mix di lino e bioresina denominato Ekoa per il suo modello da 3 200 dollari, E1 Capitan: una chitarra di nuova concezione che non solo non è soggetta a variazioni di suono legate all’umidità o alla temperatura, a differenza del legno, ma pesa il 30% meno delle “sorelle“in carbonio ed è più resistente di quelle realizzate in peccio di Sitka, il materiale più pregiato per gli strumenti musicali.
Ponti vegetali
Non mancano applicazioni nell’edilizia: il composito di lino entra nella realizzazione di pannelli e rivestimenti, in quanto eccellente isolante contro il freddo, l’umidità e il rumore.
E di recente, per la sua rigidità e leggerezza, è stato impiegato anche nella costruzione del primo ponte al mondo realizzato con fibre di origine vegetale. 1 ricercatori dell’Università tecnica di Eindhoven, nei Paesi Bassi, hanno legato fibre di canapa e di lino con una schiuma di Pia (un polimero dell’acido lattico, dunque anche questo biologico); successivamente hanno saldato mediante una bioresina i vari strati così ottenuti, fino a formare l’arcata di un ponte lungo 14 metri e pesante 1 500 kg, che ha superato i test di laboratorio. I dati hanno confermato che la struttura può reggere un carico di 500 kg per metro quadro. Così lo scorso ottobre il ponte è stato collocato nel campus universitario e aperto alla cittadinanza: saranno gli olandesi a testare la resistenza, sul lungo termine, di questo biomateriale. La speranza è che si riveli adatto anche ad altri impieghi in architettura, sostituendo almeno in parte cemento e acciaio con materiali ecologici.
Peso ridotto
Sempre in tema di impatto ambientale, pure il settore automotìve ha deciso di sfruttare le qualità del composito di lino: usato per alcune parti della struttura, diminuisce il peso dei veicoli e dunque il relativo consumo di carburante. Ecco perché sempre più case automobilistiche, anche per ottemperare alla prescrizione europea che dal 2015 vuole che ogni vettura sia riciclabile fino al 95% del suo peso, ricorrono a questo tipo di materiale. Cruscotti, ripiani posteriori, pannelli delle portiere o tappetini dei bagagliai di Opel Insignia, Citroen C4 Picasso, camion Iveco e Jaguar S-Type ne sono la dimostrazione, come pure i cruscotti della Smart Fortwo, in linea con la decisione del gruppo Daimler, proprietario di Smart, di usare fibre naturali già da vent’anni (è in canapa il rivestimento delle controporte della Mercedes Classe C). 1 vantaggi, per il consumatore e per l’ambiente, sono rilevanti: è stato calcolato che se tutte le macchine vendute neH’Unione Europea nel corso del 2014 avessero avuto elementi a base di lino, nella stessa area si sarebbero risparmiati 462 milioni di litri di carburante l’anno. Un peso ridotto gioca un ruolo importante anche sulle due ruote: i designer olandesi Simon Akkaya e Maarten Heijltjes, della Waarmakers, hanno concepito il primo scooter elettrico realizzato con fibre vegetali, del peso di soli 95 kg. Be.e raggiunge una velocità di 55 km/h grazie a un motore elettrico da 4 kW, ha un’autonomia che va da 60 a 90 km e la sua batteria da 2 000 cicli può essere compietamente ricaricata in meno di 4 ore usando una comune presa di corrente da 220 V. In questo caso il composito di lino e resine biologiche è stato usato per il guscio esterno del mezzo, che è rigido ed elastico allo stesso tempo, oltre che riciclabile e a basso costo.
Un notevole risparmio economico è possibile anche quando con il composito di lino vengono rivestite le cabine degli aerei e costruiti i carrelli per il servizio a bordo: è stato calcolato che in questo modo il peso di ogni apparecchio si alleggerisce di 170 kg. Il che, considerando solo i 2 500 voli annuali tra Parigi e New York, equivale a ridurre il consumo di cherosene di 21 milioni di litri ogni 12 mesi.
Primato europeo
«Una terza caratteristica, spesso ignorata, del lino è forse quella più importante per i consumatori europei» evidenzia Marie-Emmanuelle Belzung. «Con i suoi 93 000 ettari, disposti in una fascia costiera che va dalla Francia ai Paesi Bassi, l’Unione Europea ne è il principale coltivatore mondiale, con V85% della produzione totale e l’impiego di una manodopera specializzata cinque volte maggiore di quella dedicata, a parità di superfìcie, alla coltivazione del grano». In effetti, per quanto originario della zona compresa tra il Golfo Persico, il Mar Caspio e il Mar Nero, il lino (il cui nome deriva dal greco Ai’vov, “filo“) attraversa la Storia delle civiltà del Mediterraneo da almeno 5 000 anni, dai Fenici ai Greci fino agli Etruschi. E nel nostro Paese si conserva tuttora il più importante manufatto in lino del mondo: la Sacra Sindone, un lenzuolo di 4,41 x 1,13 metri, filato e tessuto a mano. Un reperto che testimonia la resistenza plurisecolare della fibra di lino e la sua versatilità, dato che non esiste altro tessuto sulla Terra che abbia saputo “reinventarsi“come reliquia e icona della morte in croce di un uomo che per molti ha cambiato il corso della Storia e dato un nuovo senso alla vita. Quando si dice avere la stoffa giusta...