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 2017  luglio 20 Giovedì calendario

Monaco batte Roma al bar dell’aeroporto

L’aeroporto di Monaco di Baviera è un campione di pulizia, ordine, modernità. Il pavimento scintillante, le indicazioni infallibili e le architetture funzionali, dimostrano attenzione al dettaglio e suddivisone delle responsabilità. Strisciando la carta di credito, si accede a negozi di classe, docce efficienti e avveniristiche cabine dove si può schiacciare un pisolino. Tutto emana un senso di asettica, futuribile, perfezione. Ma l’efficienza non è stata confusa con la freddezza. Nei ristoranti bavaresi, già affollati all’ora di colazione, si spande un profumo di panini brezel appena sfornati, che viaggiano accanto a birre ben spillate, sui vassoi luccicanti, sorretti in punta di polpastrello da camerieri in divise inamidate. Ragazze sorridenti, nelle gonne tradizionali, appoggiano un fiore fresco sui tavoli arredati con pesanti posate d’acciaio e tovaglioli di qualità. Dalle cucine a vista nessun suono stonato incrina l’armonia di piastrelle, ottoni e rami. In meno di due minuti mi porgono, appoggiata su di un bel piatto smaltato, una ciotola di porcellana, che mantiene caldi, nel brodo, due bianchi würstel in budello naturale, biologici, come la senape dolce che li accompagna e il caffè servito nell’elegante tazza decorata. 11 euro per un pasto vero. Quanto si spende a Fiumicino per cappuccio, acqua e panino, tra risate sguaiate, olezzi di formaggio industriale, piatti di carta e posate di plastica. Perché siamo, solo più nei nostri sogni, l’indiscutibile patria del gusto.