Corriere della Sera, 20 luglio 2017
Cina e Stati Uniti, rivalità inevitabile?
Il rischio di cadere nella Trappola di Tucidide è reale. «Fu l’ascesa di Atene, e la paura che essa instillò in Sparta, a rendere la guerra inevitabile», sostenne il generale e storico della Guerra del Peloponneso. La teoria della potenza emergente che ha un alto rischio di scontrarsi con la potenza dominante è stata ripresa di recente in un libro di Graham Allison – Destined for War – ed è diventata parte della conversazione sul futuro dell’ordine internazionale: tra Cina e Stati Uniti la guerra sarà inevitabile? Molti esperti contestano la teoria della Trappola. Un’analisi di Pew Research Center rivela però che la rivalità di base tra Pechino e Washington è in forte aumento nella percezione globale. La Cina sta guadagnando posizioni anche nel cosiddetto soft power, quel complesso di cultura, di ideologia, di modello che è stato un punto di forza portentoso dell’America per oltre un secolo. A livello globale, il 49% della popolazione ritiene che l’economia leader sia quella degli Stati Uniti, il 47% quella cinese: nel triennio 2014-2016 le quote erano rispettivamente 64% e 50%. In alcuni Paesi di non poco peso, tra il 2016 e il 2017 la percezione che Pechino sia economicamente dominante è diventata addirittura maggioritaria: in Germania la Cina sale dal 30 al 41%, l’America scende dal 34 al 24%; nel Regno Unito Washington passa dal 43 al 31%, la Cina dal 35 al 46%; secondo gli italiani, le due economie sono ora in pareggio, al 40%, da un vantaggio americano 43 a 32% solo un anno fa. La percezione non riguarda solo i muscoli economici. Quando la popolazione globale deve stabilire se ha un’opinione favorevole o meno, il 49% dice sì agli Stati Uniti, il 47% alla Cina. E alla domanda su chi abbia più fiducia, il 28% risponde in Xi Jinping e il 22% in Donald Trump. Alcuni Paesi sorprendono nell’opinione che hanno della Cina: per i canadesi, il rapporto favorevoli/non favorevoli è 48/40%, per i greci 50/40%, per gli olandesi 49/42%, per i britannici 45/37% (gli italiani invece sono favorevoli al 31% e non favorevoli al 59% ). Ciò, nonostante che quasi tutti nel mondo, ritengano che il governo cinese non rispetti le libertà individuali. È che la (relativa) efficienza di Pechino sta facendo proseliti nonostante la totale mancanza di democrazia e libertà nel Paese. Gli americani reagiranno con durezza all’ascesa cinese, penserebbe Tucidide. Non è detto, ma la questione è sul tavolo.