Corriere della Sera, 20 luglio 2017
Parigi, lascia il capo delle forze armate. Macron gli aveva detto: comando io
PARIGI La «Grande Muette» ha parlato, troppo secondo il presidente Macron. L’armata francese è «muta» dal 1848, quando venne introdotto il suffragio universale maschile con l’eccezione dei militari: fu negata loro l’espressione nelle urne per non sguarnire la difesa della nazione. Nel 1945 il generale De Gaulle attribuì anche ai soldati il diritto di voto, ma il soprannome è rimasto. I militari sono chiamati a obbedire, in silenzio, al potere politico.
Il generale Pierre de Villiers, molto stimato capo di stato maggiore delle forze armate, protestava da mesi contro i tagli al budget della Difesa e ha pronunciato una frase di troppo. Ieri ha presentato le dimissioni, subito accettate.
Davanti ai deputati della commissione Difesa, mercoledì scorso de Villiers ha spiegato che gli 850 milioni di risparmi (secondo altri calcoli un miliardo) non avrebbero permesso alle forze armate di svolgere le crescenti missioni alle quali sono chiamate.
«Non mi farò fregare», ha detto de Villiers. L’udienza era a porte chiuse ma lo sfogo del generale è arrivato al presidente Macron che, alla vigilia della parata militare del 14 luglio, ha tenuto al ministero della Difesa un discorso durissimo rivolto ai vertici militari: «Non è dignitoso portare certi dibattiti sulla piazza pubblica – ha detto il capo di Stato —. Non ho bisogno di alcuna pressione né di alcun commento. Sono il vostro capo».
Domenica 16 luglio Macron ha insistito: «Se qualcosa oppone il capo di stato maggiore al presidente della Repubblica, il capo di stato maggiore cambia». E infatti Pierre de Villiers, 61 anni, da 43 nell’esercito e dal 2014 massima autorità militare del Paese, ieri ha lasciato sostenendo di non essere più in grado di «garantire la protezione della Francia e dei francesi».
I militari sono chiamati «a fare uno sforzo», cioè a risparmiare, proprio quando sono in prima linea in patria, con l’operazione «Sentinelle» di protezione dal terrorismo, e all’estero con le missioni nel Sahel e in Siria e Iraq.
«Le forze armate sono già al 130% del loro utilizzo», diceva de Villiers. Le lamentele riguardano equipaggiamenti troppo vecchi e una generalizzazione del «Système D» (come Démerde ), ovvero l’obbligo di arrangiarsi.
Al posto di de Villiers è stato nominato il 54enne François Lecointre, nel 1995 a Sarajevo eroe della battaglia sul ponte Vrbanja contro i serbi.