31 gennaio 1952
Bilancio degli scontri in Egitto
«L’Associazione dei Fratelli Musulmani, il più antico e influente gruppo fondamentalista egiziano, istigò una rivolta contro i britannici, la cui perdurante occupazione della zona del Canale di Suez faceva infuriare i nazionalisti. Nel gennaio 1952, in risposta al massacro di cinquanta poliziotti egiziani a opera degli inglesi, folle tumultuanti organizzate dai Fratelli musulmani diedero fuoco a cinema, casinò, grandi magazzini, locali notturni e autosaloni del Cairo, simboli, a loro modo di vedere, di un Egitto che aveva legato il suo futuro all’Occidente. Vennero uccise almeno trenta persone, 750 edifici furono dati alle fiamme e dodicimila persone rimasero senza un tetto. Il sogno del Cairo come metropoli cosmopolita ebbe fine, e la comunità degli espatriati iniziò il suo esodo» (Lawrence Wright, Gli anni del terrore, Adelphi).