Libero, 18 luglio 2017
Il Bastone torna di moda
Nuova vita allo scettro, simbolo di potere di re e imperatori; segno distintivo di papi e vescovi. La moda italiana lo decreta accessorio snob, solo per pochi eletti, e d’oltreoceano i divi hollywoodiani lo rilanciano per le uscite pubbliche.
Torna di moda il bastone: nel Medioevo (in legno pregiato e pomo prezioso) era l’ornamento da sfoggiare a feste e banchetti; a partire dal secolo XVI, l’accessorio da passeggio sia per gli uomini, sia per le donne. E due secoli più tardi in Francia iniziarono a nasconderci dentro (soprattutto nel pomo) astucci per profumi o per orologi. E tanto altro.
La storia racconta molto: dallo scettro di Carlo Magno in legno di melo e oro a quello di Luigi XIV in canna di bambù col pomo in agata. Nell’antica Roma quello dei pastori si chiamava pedum, molto usato soprattutto da chi viaggiava a piedi, mentre più a Nord, Napoleone costringeva i suoi marescialli a portare modelli sfarsosi. Tre secoli fa la moda ci ha messo lo zampino: nobili, aristocratici, persone ricche e di potere non uscivano mai senza.
Avevamo tirato un sospiro di sollievo, convinti fosse finito come arma di attacco e di difesa nel Medioevo, al posto di spade, sciabole e fioretti nella scherma in soffitta dentro i bauli di bisnonni e trisnonni, salvo poi vederlo impugnare con piglio deciso dal pazzo e geniale Dottor House che nella fortunata serie tv americana ci si appoggia per un problema motorio (vero o finto non è dato sapere); o ritrovarlo come bastone della vecchiaia dei nonnetti con le ossa un po’ stanche.
Ma a sorpresa i più autorevoli canali termometro di mode d’oltreoceano dichiarano senza se e senza ma: il bastone è tornato come tendenza tra i divi hollywoodiani. E se vip come Madonna e l’attore Brad Pitt o Johnny Depp sono stati fotografati con il bastone della vecchiaia, senza averne ancora titolo, nelle apparizioni pubbliche, qualcosa vorrà pur dire. La conferma arriva, direttamente dalle sfilate di Gucci, durante la presentazione della collezione del prossimo autunno inverno, dove l’antico e il moderno si sono incontrati e scontrati. Non è sfuggito il bastone da passeggio tra gli echi vittoriani di Alessandro Michele. Lo stilista, applauditissimo,
ha portato in passerella un po’ di tutto: il completo borghese con la giacca tipo Chanel, la cappa di maglia e la cuffietta di lana della nonna, il tailleur damascato con gli animali ricamati, l’abito a balze floreali e i leggings in lamé, la fascia tennis con logo e il cappello di paglia extra large. Gli anni Settanta di lui con il completo marrone e i pantalone a zampa con le strisce sportive, la tuta di maglia con il logo gigante. E la mantella lunga fino ai piedi, omaggio a Oscar Wilde e Re Sole.
Ma lo stilista di Gucci non è solo. Nello stile cavallerizza di Gaia Trussardi troviamo sulle camicie di seta stampata, modello fantino, alcuni piccoli disegni cravatteria con l’immagine del bastone da passeggio o del frustino da cavallo. E lo stesso Pierre-Alexis Dumas, uomo Hermes (sesta generazione familiare incrociata con i Dumas), 51 anni, ha confessato: «Amo il bastone da passeggio lasciatomi dal bisnonno, l’impugnatura è una testa di cavallo in ebano e con una molla apre la bocca, come se ansimasse per la corsa. Dettaglio giocoso che sprona a non fermarsi mai».
A dare il via libera al bastone di Winston Churchill nel mondo della moda più nazional popolare è stato Pitti, a Firenze, che ogni anno detta le regole del look maschile. Per settembre suggerisce atmosfere di epoche lontane tra lane preziosissime, cappe, montature tartarugate e addirittura bastoni da passeggio, in legno o in osso, in corno, in cuoio o in avorio e persino in metallo. E che dire dei bellissimi abiti da cerimonia di Carlo Pignatelli, qui il bastone regala un’eleganza d’altri tempi.