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 2017  luglio 19 Mercoledì calendario

La guerra degli sponsor, l’Italvolley fa le scarpe al simbolo più amato

La guerra delle scarpe tra Ivan Zaytsev e la Federvolley è finita e l’hanno persa tutti. Intanto lo schiacciatore da ieri è ufficialmente fuori dalla Nazionale, ha fatto le valigie e da Cavalese è già rientrato a Roma. Proseguire non si poteva. Si è provato, forse per finta, a ricucire, ci aveva provato anche Malagò, una settimana fa, a mettere una buona parola, ottenendone. Ma è stato proprio Malagò, ieri, ad annunciare la rottura.
I termini della vicenda sono noti e semplici nella loro inestricabilità. Zaytsev ha uno sponsor personale, l’Adidas, diverso dalla casa che fornisce le scarpe alla Nazionale, la Mizuno: obbligatorio per i giocatori indossare quelle, nessuna deroga è concessa. Impossibile per Zaytsev accettare qualsiasi compromesso. Pure, la Federvolley e la Mizuno ne hanno tentate un po’. Alcune paia di scarpe messe a disposizione Zaytsev non le ha nemmeno provate, probabilmente prigioniero dello sponsor, una gabbia non di volgare ferro, tutt’altro, ovviamente. Né è disponibile a giocare coprendo il suo sponsor.
«Io credo che Ivan» commenta il presidente federale Bruno Cattaneo, «sia mal consigliato e venga considerato un bancomat da gente che lo circonda. Posso dire che umanamente mi dispiace, so che è un bravo ragazzo, ne ho la certezza. Ed è anche un simbolo: con la sua esultanza dopo la vittoria sugli Usa a Rio avrei voluto farne un poster, per raccontare cos’è la pallavolo italiana, orgoglio, appartenenza, grinta. Le cose sono andate diversamente, non per colpa nostra, noi e il Coni abbiamo fatto l’impossibile. Ma oltre certi limiti non potevamo andare, avremmo scardinato l’intero sistema». Margini? «Deve essere lui a fare il primo passo, adesso, noi di certo non lo multeremo né lo squalificheremo». Solo che l’Europeo (dal 24 agosto in Polonia) è alle porte e l’Italia, che già sarà priva di Juantorena, rischia di arrivarci divisa e indebolita, priva come sarà dei suoi due migliori giocatori. Una brutta situazione, non nuova in tempi recenti per l’Italvolley: la famosa sedizione di alcuni giocatori, tra cui Zaytsev, durante le finali di World League 2015 a Rio, logorò fino a spezzarlo il rapporto tra l’allora ct Berruto e l’ambiente. L’avvento di Blengini e l’argento olimpico avevano rimesso i conti a posto. La popolarità ha molto allargato le prospettive mediatiche di Zaytsev: ospitate in tv, pubblicità, una autobiografia, nuovi contratti, un ricco trasferimento da Civitanova a Perugia, senza i risultati sperati tuttavia. La rinuncia alla prima parte della stagione azzurra, con l’assenza in World League, è coincisa col peggior risultato di sempre dell’Italia nella manifestazione, 12ª su 12 nel gruppo mondiale con 2 vittorie e 7 sconfitte. Ed ecco il ritorno programmato, senza considerare però il problema delle scarpe. Ogni federazione sportiva italiana ha un suo regolamento, non ne esiste uno univoco, sulla base del principio dell’autonomia. Federica Pellegrini, ad esempio, “paga” economicamente (multe) ad ogni sua presenza in azzurro la differenza di logo tra sé e le sue compagne filo-federali. Si consoli, Zaytsev, con l’elenco di chi l’ha preceduto su queste frequenze: Johan Cruyff, Michael Jordan, Messi, Cristiano Ronaldo, Totti, ognuno di loro legato a una talvolta impossibile fedeltà. E comunque, in qualche modo, le cose si possono risolvere. Con un po’ di scotch nero, volendo.