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 2017  luglio 19 Mercoledì calendario

Clint Eastwood a Venezia, il terzo incomodo tra i turisti e la Laguna

Un triduo veneziano per Clint Eastwood. Dal 16 al 18 agosto prossimo, la città lagunare sarà il set del nuovo film del regista premio Oscar, The 15:17 to Paris. Dopo aver regolamentato per ragioni di sicurezza gli accessi alla festa del Redentore, ovvero la “notte famosissima” tra 15 e 16 luglio, Venezia dovrà presto affrontare un’altra sfida, non meno impegnativa, quella della macchina cinema hollywoodiana. Giorni già caldissimi per temperature e afflusso turistico, il 16, 17 e 18 agosto tra divieti, interdizioni e limitazioni rischiano di diventare addirittura proibitivi per i visitatori e, ancor più, i residenti. Le aree interessate alle riprese saranno i tradizionali must see di chiunque capiti tra calli e canali, dunque, il Canal Grande, Piazza San Marco e il Ponte di Rialto.
Ma non finisce qui, il 17 il set si sposterà sulla scalinata e il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia: arrivi, partenze e il film per terzo incomodo o, quanto meno, scomodo. Nei prossimi giorni gli uffici competenti del Comune, in primis lo Sportello Cinema della Venice Film Commission preposto al rilascio delle autorizzazioni per le riprese cinetelevisive, nonché Polizia locale, Polizia di Stato e Gestione del traffico acqueo, si incontreranno con la produzione per concertare il piano di riprese. Di film americano sotto l’egida di uno studio, Warner Bros., si tratta, ossia di grossissima produzione: allo Sportello Cinema l’ordine di grandezza offerto è quello di The Tourist, lo spy-thriller di Florian Henckel von Donnersmarck con Johnny Depp e Angelina Jolie del 2010, o addirittura di Casino Royale, il ventunesimo film di James Bond, alias Daniel Craig, diretto nel 2006 da Martin Campbell.
Entrambi, ovviamente, hanno trovato location importanti in Laguna. Invero, una differenza con questi mastodontici antecedenti c’è, ed è proprio nel copione di The 15:17 to Paris: almeno per le scene veneziane il ricorso all’action e al catastrofismo su larga scala – in Casino Royale collassava perfino un palazzo nel Canal Grande – non è contemplato. Viceversa, non mancheranno scene di massa con centinaia di comparse chiamate, ironia della sorte, a impersonare dei turisti. Non bastassero, si capisce, quelli reali.
A onor del vero, visitatori e stazione ferroviaria – grassoccia consolazione, non si girerà tra i binari di Venezia Santa Lucia – non sono invenzioni creative, ma il puro e semplice dettato della realtà: il 37esimo film diretto da Clint Eastwood intende ripercorrere l’eroica impresa di tre giovani americani, Anthony Sadler, la Guardia Nazionale dell’Oregon Alek Skarlatos e l’aviere della US Air Force Spencer Stone, che il 21 agosto del 2015 sventarono un attentato terroristico a bordo del treno ad alta velocità Thalys 9364 partito da Bruxelles e diretto a Parigi. Sceneggiatura, a firma di Dorothy Blyskal, desunta dal memoir The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist,a Train, and Three American Heroes scritto dagli stessi protagonisti, saranno proprio Sadler, Skarlatos e Stone a portare sul grande schermo la loro avventura, che consentì di salvare le vite di oltre 500 passeggeri. Dopo un lungo e infruttuoso casting, Eastwood ha optato per gli originali: scelta insolita, anche alle istrioniche latitudini hollywoodiane.
I tre stavano viaggiando in Europa per diletto, avevano appunto fatto tappa a Venezia e all’ultimo preferito Parigi ad Amsterdam: sono stati loro, a mani nude, a bloccare e disarmare il terrorista islamico Ayoub al-Qahzzani.
Provvisto di kalashnikov, pistola e coltello, il venticinquenne marocchino stava per realizzare una strage, e aveva già ferito un altro passeggero americano, Mark Moogalian. Ringraziati dal- l’allora presidente francese François Hollande, nonché lodati per il coraggio dall’omologo Barack Obama, i tre però respinsero subito qualsiasi eroica attribuzione: “Quel che è accaduto e quel che abbiamo fatto, tutto sembra davvero irreale”, commentò a caldo Skarlatos. Al contrario, aprirono al cinema: “Sembra un sogno, oppure un film”. Descrizione, e aspirazione, accolta e realizzata dall’87enne Eastwood, che rincara la dose eroica delle sue ultime prove: dopo il cecchino dei Navy Seals Chris Kyle (Bradley Cooper) di American Sniper nel 2014, a oggi il campione di incassi del regista, e il pilota del Miracolo sull’Hudson Chesley Sullenberger (Tom Hanks) in Sully del 2016, è la volta di un ensemble patriottico, The 15:17 to Paris. Con cambio a Venezia.