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 2017  luglio 19 Mercoledì calendario

Le rane sapevano che Cleofonte doveva morire

Il comico che fa politica ha molti privilegi. Può parlare a ruota libera, spararle grosse, insultare chi gli pare. Al massimo, messo alle strette, dirà che stava solo scherzando. È quanto faceva già il padre di tutti i comici, l’ateniese Aristofane, al quale Luciano Canfora dedica un libro che, come sempre, impressiona per dottrina e finezza: Cleofonte deve morire (Laterza, pp. 496, € 24). È un’indagine rigorosa in cui non c’è spazio per facili riferimenti all’attualità. Canfora si limita a citare, en passant, i casi di Coluche, il comico francese che si candidò alle presidenziali, e di Guglielmo Giannini, il fondatore dell’Uomo qualunque. Lontani eredi della politica dell’insulto praticata da Aristofane, del quale riadattano anche alcune tecniche linguistiche. Per esempio, lo storpiamento offensivo dei nomi degli avversari. Come nelle invettive di Giannini, dove Pietro Calamandrei diventava «Caccamandrei» e Ferruccio Parri era ribattezzato «Fessuccio».
Potrà divertirsi il lettore, se crede, a cercare analogie col presente. Chi studia l’antico troverà invece nel libro di Canfora un ritratto inedito di Aristofane e ipotesi nuove su tante questioni che da sempre appassionano i filologi. Il Cleofonte del titolo era un leader democratico del quale, nella commedia Le rane, viene esplicitamente minacciata, anzi pronosticata, la morte. La minaccia si realizzerà di lì a poco. Quando, nel 404 a. C., Atene si arrende a Sparta e gli oligarchi prendono il potere, sovvertendo il regime democratico, Cleofonte sarà tra i primi a cadere.
Nelle commedie di Aristofane la fantasia più sbrigliata, che immagina regni tra le nuvole o inventa città governate dalle donne, convive con l’impegno militante nelle vicende delle polis. Canfora mostra appunto come il poeta comico fosse inserito in un gioco politico complesso e pericoloso. Nella guerra civile che, sul finire del V secolo, insanguina Atene, era difficile restare neutrali: attaccando Cleofonte, Aristofane prende partito. Le rane, peraltro, sono appena andate in scena a Siracusa, nella nuova e smagliante traduzione della grecista Olimpia Imperio, per gli spettacoli dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, di cui Canfora è consulente. Protagonisti erano il duo comico Ficarra e Picone. Proprio Valentino Picone ha manifestato a Canfora il suo stupore per la virulenza di Aristofane: «Come se io a Striscia la notizia dicessi a un politico: “Tu morirai”».
C’è una differenza, però. Quella di Aristofane non era un’invettiva gratuita ma il preavviso sinistro di uno che era ben informato, grazie ai suoi amici oligarchi, anche su cosa si tramava dietro le quinte. Aristofane sapeva già che, alla fine, Cleofonte doveva morire.