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 2017  luglio 18 Martedì calendario

Jane Austen: la donna che rubò la penna agli uomini

Giudicata da Virginia Woolf «l’artista più perfetta tra le donne», Jane Austen deve il culto di cui è oggetto in ambito planetario a sei romanzi apparsi tra il 1811 e il 1817, l’anno della morte. Solo William Shakespeare e Charles Dickens condividono con lei un privilegio unico: le loro opere sono rimaste in stampa sin dalla prima edizione, guadagnando il favore di ogni successiva generazione. Per festeggiare la figlia di un ecclesiastico di provincia nel bicentenario della scomparsa, nel Regno Unito si tengono centinaia di iniziative pubbliche, una banconota da dieci sterline con il suo volto sarà messa in circolazione tra poche settimane.
Ha due secoli una vera e propria industria Austen, con decine di volumi legati alla sua vita o a quelle di carta dei suoi personaggi, sceneggiature cinematografiche e, di recente, anche album a fumetti. Per i motivi di cui dà conto Claire Harman nel saggio Jane’s Fame. How Jane Austen Conquered the World (uscito per Cannongate), dove sostiene che la schiva signorina originaria dell’Hampshire ha ideato il romanzo moderno al femminile. Utilizzando trame semplici e lineari: una lei si innamora di un lui, i due faticano a comprendersi o ci sono i genitori a ostacolarli, ma alla fine i contrasti si appianano e vengono celebrate le nozze. 
RIVOLUZIONE
Sotto la brillante superficie si scorgono però i segni evidenti di una tenace lotta in difesa dei diritti delle donne. A dimostrarlo ci sono le parole di Anne Elliot, protagonista di Persuasione: «Gli uomini hanno avuto ogni vantaggio su di noi nel presentare le loro tesi, oltre a maggiori possibilità di istruzione, la penna è sempre stata in mano loro», dice. Austen è riuscita a sottrarre la penna dalla mano agli uomini e l’ha utilizzata per offrire un punto di vista rivoluzionario. È grazie a lei se per la letteratura inglese si apre una fase in cui gli stereotipi in merito ai rapporti tra i sessi iniziano a esser messi da parte. 
Quali siano stati il suo carattere e l’aspetto fisico, è impossibile stabilirlo con certezza. Perché la sorella Cassandra, che disegna l’unico ritratto di lei di cui disponiamo, distrusse gran parte della corrispondenza in suo possesso. La censura esercitata da Cassandra impedisce di conoscere i dettagli di una vita trascorsa nelle contee di campagna. Nessuna rivelazione significativa viene dalla biografia di un nipote, che loda il carattere della zia, racconta aneddoti domestici e conclude: Mi sarebbe impossibile nominare un altro autore importante la cui oscurità sul piano personale sia più completa. 
INIZI
Fa oggi sorridere che abbia dovuto sopportare l’affronto di un rifiuto all’inizio della carriera. Nel novembre 1797, infatti, l’editore londinese Cadell riceve un biglietto spedito da Steventon a firma di un ecclesiastico a lui sconosciuto. Eccone il testo: «Gentile signore, sono in possesso del manoscritto di un romanzo in tre volumi. Vi sarei molto grato se poteste cortesemente farmi sapere se la cosa vi interessa; quale sarà il costo della pubblicazione a spese dell’autore; e quanto sareste disposti a anticipare per l’acquisto dei diritti nel caso giudicaste l’opera degna della vostra approvazione». Cadell non risponde alle domande del reverendo Henry Austen e commette un errore di cui in seguito ammetterà di essersi pentito. Il manoscritto offertogli è la prima stesura di Orgoglio e pregiudizio, romanzo austeniano diventato in seguito uno dei libri più venduti al mondo, apparso alcuni anni dopo.
Forse conservatrice sotto il profilo delle idee politiche, Jane Austen è una sovversiva in letteratura. Lo è con allegria, in virtù di un’innata capacità di percepire quanto non viene detto in materia di rapporti sociali, di afferrarne gli elementi di ipocrisia e di riportarli sulla pagina. Ama riprodurre la realtà per evidenziarne gli elementi comici o grotteschi, vuole offrire a beneficio dei lettori un esito finale dove si valorizzano i mutamenti all’ordine costituito propiziati dall’intelligenza delle donne. Il genere è quello della commedia, inteso in maniera non troppo dissimile dalla forma di cui parlerà in seguito il critico canadese Northrop Frye: una visione delle cose volta a esprimere l’avvento di una società desiderabile. La presenza di sfumature di rosa nelle trame continua ad assicurare il favore di cui godono le sue eroine a livello planetario tra le lettrici. 
Ma è chiaro a tutti che, grazie a Austen, si apre una nuova stagione per la narrativa inglese in cui le barriere nei rapporti di genere iniziarono a cadere, sia pure con esasperante lentezza. La signorina culturalmente sovversiva, mai convolata a nozze per motivi a noi ignoti, aveva provato che era possibile sottrarre la penna dalla mano degli uomini ottenendo risultati artistici eccellenti. Per questo resterà ancora a lungo un modello, nonostante le avventure sentimentali delle protagoniste abbiano come sfondo un mondo lontano. È la caratteristica dei classici, ristretto gruppo di testi nel quale i romanzi di Jane Austen svettano per eleganza formale e accuratezza nell’indagine psicologica.