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 2017  luglio 18 Martedì calendario

La questione immigrati. Perché non riusciamo a espellerli? Domande & risposte

MA TUTTI HANNO COMMESSO UN REATO?
Nel 2016 i cittadini stranieri rintracciati «in posizione irregolare» in Italia sono stati 41.473, settemila in più del 2015 (34.107) e diecimila in più rispetto al 2014 (20.906). Di questi però soltanto 18.664 sono stati effettivamente allontanati dal «territorio nazionale». Gli altri hanno ricevuto un foglio di via per andarsene entro sette giorni: quasi nessuno ha abbandonato l’Italia.
QUANTI SONO GLI STRANIERI IRREGOLARI CHE L’ITALIA RIESCE A ESPELLERE?
No. Nella maggior parte dei casi si tratta di migranti con il permesso di soggiorno scaduto. Il fatto che vengano trattati nella stessa maniera migranti irregolari e criminali rende particolarmente difficoltose le procedure di espulsione: è impossibile, infatti, controllare. Si pensi al caso di Igor Vaclavik, l’assassino di Budrio, che era stato portato al Cie di Bari per essere espulso e poi rimesso in libertà con il foglio di via.
PERCHÉ ALLORA NON VENGONO ACCOMPAGNATI ALLA FRONTIERA?
I numeri sono troppo alti per poter seguire tutte le espulsioni. Secondo i dati dello scorso anno erano 22.809 gli stranieri che sono restati pur avendo un decreto di espulsione. E anche dei 18.664 allontanati del 2016 soltanto in 5.817 sono stati accompagnati alla frontiera, dei quali 593 con un provvedimento del tribunale. Negli altri casi si è trattato di respingimenti. C’è poi un problema economico: un rimpatrio con charter per il Maghreb costa 200mila euro.
CHE RUOLO HANNO I CIE, I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE?
Non quello che dovrebbero come dimostrano i dati. Lo scorso anno sono stari rimpatriati soltanto il 44% degli ospiti. E molto spesso si trattava di persone che non avevano commesso reati ma avevano documenti non in regola.
PERCHÉ NON SI PENSA UN PERCORSO DIVERSO PER CHI HA COMMESSO REATI ED ESCE, PER ESEMPIO, DAL CARCERE?
Ci stanno provando ma senza risultati soddisfacenti: la convenzione di Strasburgo, che permette di scontare la pena nel proprio paese, è stato un flop. E gli accordi bilaterali con Romania e Albania, le nazioni da cui arrivano la maggior parte dei detenuti stranieri, sono state un flop: abbiamo finanziato la realizzazione di carceri nei loro paesi ma abbiamo trasferito qualche decina di detenuti.