la Repubblica, 15 luglio 2017
L’amaca
Noi che stiamo qui a gingillarci con i decimali del Pil, o a crucciarci per le alleanze del centrosinistra e altre non insormontabili questioni, rischiamo di dimenticare a quali prove e a quali scelte capita di essere sottoposti altrove. A Mosul una ragazza, Tahany Saleh, ha vissuto nascosta in casa per tre anni mentre gli zombi dell’Isis torturavano persone e cose, distruggevano e bruciavano, nel tentativo di cancellare ogni traccia di civiltà. La loro iconoclastia paranoica ha ridotto in macerie fumanti anche la biblioteca antica di Mosul, dalla quale volonterosi resistenti sono riusciti a trarre i pochi libri ancora integri, mettendoli in salvo, nascondendoli così come si nascondevano gli ebrei ai rastrellamenti nazisti.
Tahany (la cui storia è stata raccontata da Valentina Ruggiu su Repubblica. it) ha resistito per tre anni nel suo nascondiglio, come una Anna Frank più forte del destino, fino a uscirne, a Mosul liberata, con un solo proposito: ricostruire la biblioteca, riempirla nuovamente di libri, «ricominciare a imparare», come dice sintetizzando alla perfezione l’arma finale contro l’Isis, dittatura dell’ignoranza. Arrivano libri da tutto il mondo. Finalmente un bombardamento di libri. Non metaforico.