Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  luglio 15 Sabato calendario

Caimano Ruffini: «Ora nuoto sereno e aspetto Greg»

I caimani d’Italia vanno all’attacco: in fondo, hanno sempre raccolto. Da oggi si riaccende la battaglia sulle acque non sempre placide del Balaton (la spiaggia preferita dai magiari, la loro Rimini), dove la generazione ora alla guida delle operazioni si rivelò nel 2006 come Martina Grimaldi e Rachele Bruni, arrivate sino al podio olimpico; o si fortificò come Simone Ruffini con due argenti nella 5 km individuale e a squadre. Oggi lanciamo una coppia napoletana nella distanza più breve, Mario Sanzullo (8° nel 2015 a Kazan) e Andrea Manzi da Barra, 19enne al debutto. La cresta diversa di Simone Ruffini svetta nel gruppo anche se è cambiata, come a ogni occasione. Il marchigiano di Tolentino, a 27 anni, è l’avanguardia azzurra, con un titolo mondiale da difendere e tre gare da paura: la 10 km olimpica, la prova a squadre 4x1250 e appunto la 25 km che domò due anni fa.
Ruffini, lei è diventato famoso per un oro e una proposta di matrimonio lanciata dal podio alla conterranea Aurora Ponselè. Poi la storia è finita...
«Già, acqua passata. Ora ho un’altra fidanzata, la dorsista Margherita Panziera».
Qualificatasi per ultima, ma almeno ci sarà.
«Mi dà serenità».
Due anni dopo anche la cresta è diversa: s’è fatto serio crescendo e solo il colore resta d’oro?
«C’è sempre goliardia nel gruppo, tra noi si ride e si scherza, forse c’è qualche gavettone in meno, ma diciamo che adesso c’è la giusta professionalità».
A Sanzullo e Manzi cosa raccomanda per oggi?
«Sapranno come gestirsi».
Com’è il ritorno sul Balaton?
«Avendo preso le prime medaglie europee il ricordo è ottimo, mi fa ripensare agli anni delle gare corte. Divertenti».
Il percorso non è un po’ noioso?
«No, a volte si alzano onde e può dar fastidio per le correnti che si creano. È un bacino un po’ pazzo e può sorprendere: non bisogna distrarsi».
Il peso del campione del mondo l’ha sentito in questo biennio?
«Ormai sono il più anziano del gruppo. Forse un po’ mi è pesato, ma non ci penso più: devo fare le gare tranquillo, senza pensieri strani, sono solo Simone ora, mi sono abituato a essere campione del mondo dopo un anno e mezzo».
A Rio è uscito sorridente insieme a Vanelli per un 6° posto nella 10 km olimpica: rimpianti?
«Essere rimasto tra i primi sino alla fine, significa aver fatto un garone. Magari la medaglia avrebbe coronato la carriera, ma la non medaglia mi ha fatto rimettere in discussione. Potevo andarmene in giro a festeggiare e invece mi ha fatto tornare ancor più fame».
È ripartito da zero?
«Devo ancora imparare tanto anche se ho quasi 28 anni, mi faccio trasportare dall’istinto e non rifletto. E poi è stato un anno particolarissimo, questo».
In che senso?
«Dopo due stagioni al top, ricominciare non è stato facile: da un lato la voglia di fare, dall’altra il fisico che reclamava un tregua, il riposo. La testa voleva andare avanti, il corpo no».
E dunque?
«Ho ricominciato a fare lavori particolari solo sulla mia 25 km e gestito un attimo di tranquillità. Mi sono isolato in allenamento e solo dopo mi sono aggregato agli altri. Ora sono rientrato molto più sereno e da ottobre, con Margherita a fianco, le cose vanno molte bene. Le piace cantare, con lei e i miei genitori mi sono sbloccato. Ad aprile ero sotto un treno come lavoro».
A Kazan si qualificò ai Giochi nella 10 km: adesso non è arrivato il momento di vincerla?
«Sarebbe bello salire sul podio della specialità olimpica, a Rio l’olandese Weertman e il greco Gyannotis, che fu beffato ma dispone forse del miglior fisico con quell’altezza e massa muscolare che lo porta ad andare molto veloce, sono stati superiori. Io e Vanelli proveremo qui a dare del filo da torcere».
Lei e Federico siete i gemelli del fondo...
«E insieme teniamo sempre impegnati il tecnico Emanuele Sacchi. Non gli facciamo mancare mai nulla... in quanto a pensieri».
Presto arriverà Paltrinieri a fare il caimano: quanto lo temete?
«Gregorio è un talentuoso, ha vinto tanto e ci farà divertire: lo aspettiamo!».