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 2017  luglio 14 Venerdì calendario

Gagliardini: «Cara Inter, con Spalletti svoltiamo»

Parlare di stagione senza domani per un calciatore 23enne in costante ascesa può suonare esagerato. Eppure Roberto Gagliardini dai 2.275 metri di Plan de Corones lancia messaggi da persona che vuole volare alto. «Ha ragione Spalletti, questa è davvero l’ultima occasione per riportare in vetta l’Inter» il manifesto del ragazzo di Dalmine che in un anno abbondante è passato da un’esistenza ai margini del Vicenza alla titolarità fissa nella squadra che è pur sempre l’ultima italiana ad aver vinto la Champions e al giro azzurro stabile. E proprio da lì, anche se si trattava di un’Italia Under 21, conviene ripartire.
Lei è spesso severo con se stesso. Dopo il rosso contro la Spagna nella semifinale dell’Europeo ha postato una lettera di scuse ai tifosi.
«Quel gesto era legato anche alla rabbia per come era finita. Potevamo arrivare fino in fondo, era una bella Nazionale».
Ora testa all’Inter: andare fino in fondo è un obbligo.
«L’obiettivo stavolta è grande. Dopo la stagione scorsa vogliamo stare sempre nelle prime posizioni».
Eppure la Juve sembra inarrivabile e la distanza con Roma e Napoli nell’ultimo campionato è stata grande. Senza dimenticare che il Milan degli acquisti a ripetizione fa paura. Su chi deve fare la corsa l’Inter?
«Assolutamente su se stessa, capire che ogni partita vale tre punti e che non bisogna mollare mai. Le altre si sono rinforzate ma abbiamo di tutto per fare bene. Vedremo alla fine dove saremo arrivati».
Cosa deve per forza cambiare rispetto alla scorsa stagione?
«Serve più continuità di risultati, ancora prima che di rendimento. L’anno scorso a un certo punto ci siamo piantati, il nostro è stato un calo evidente».
Ma che spiegazione si è dato? Un problema di spogliatoio?
«Non credo, siamo sempre stati uniti. Credo che il problema fosse soprattutto nella testa».
Resta il fatto che dopo il Triplete sono cambiati tanti tecnici, ma i risultati sono rimasti mediocri. Spalletti può essere l’allenatore della svolta?
«Penso di sì. Lo conosco da pochi giorni, ma ha già dimostrato di avere grande personalità. È molto carico per questa nuova esperienza e sono certo che abbiamo tutto per fare bene».
Il mister è sicuramente un personaggio particolare. Cosa l’ha colpita di più di lui? Avete già avuto dei colloqui individuali?
«Spalletti non ci ha ancora parlato singolarmente, ma nell’affrontare il gruppo è stato chiaro e diretto. Oltre alla grinta pazzesca, mi ha colpito la sua preparazione. Ci stimola e consiglia continuamente in allenamento. Andare in campo sapendo esattamente i propri compiti può fare la differenza».
Spalletti ha detto che farà soprattutto riferimento sul 4-2-3-1. Anche per lei è il sistema di gioco ideale?
«A ogni calciatore interessa innanzitutto giocare. Poi al sistema di gioco ci si adatta».
L’allenatore ha appena detto che non vede lei e Kondogbia solo come mediani statici, visto che avete tanti metri nelle gambe. Se la sentirebbe di giocare anche più avanti, da trequartista tattico?
«In quella posizione ho giocato soltanto agli inizi, ho altre caratteristiche. Poi, ripeto, ci si adegua a tutto».
Quanto sarebbe importante per l’arrivo di un top player?
«Il top player spesso lascia il tempo che trova se non c’è un vero gruppo attorno. La nostra forza deve essere il collettivo, quello che è un po’ mancato negli ultimi mesi della scorsa stagione. Dobbiamo diventare un tutt’uno anche con staff tecnico e società per spingere l’Inter di nuovo in alto».
Sempre Spalletti ha subito insistito sul concetto che quest’anno è l’ultima chance per tutti.
«Ha ragione lui, è arrivato il momento di cambiare marcia. L’Inter è fuori dall’Europa che conta da troppo tempo. Non si può più sbagliare».
Per ora state lavorando molto sulla fase difensiva.
«Giusto concentrarsi innanzitutto sulle basi. Col passare dei giorni ci conosceremo meglio e per l’inizio del campionato dovremo aver trovato la giusta solidità in tutte le fasi di gioco».
Si è sempre detto che Gagliardini si è inserito molto bene a stagione in corso, ma nel momento di crisi anche lei non ha più giocato come nei primi mesi.
«Credo che nei giudizi manchi l’equilibrio. Nelle prime dieci gare giocate vincevamo e sono stato dipinto come un fenomeno, quasi sempre il migliore in campo. Poi sono arrivate tante critiche, anche se credo di aver giocato meglio in alcune delle ultime gare rispetto ad altre in cui ero stato incensato. Detto questo, è vero che a un certo punto ho avuto un calo».
La sua vita è cambiata in un amen. E tra un anno c’è anche il Mondiale in Russia.
«In effetti sarà un anno decisivo anche a livello personale. Il Mondiale è uno degli obiettivi che mi sono posto, a partire dalla sfida di inizio settembre contro la Spagna per vincere il girone di qualificazione. Sarebbe la ciliegina sulla torta».
Un’Inter in cui aspettando altri botti sono arrivati Skriniar e Borja Valero.
«Lo spagnolo lo conoscevo da avversario, ha qualità tecniche uniche e potrà darci una grande mano. Milan mi aveva già colpito con la Samp e con la Slovacchia all’Europeo U21. Mi impressiona soprattutto per la sua personalità».
E cosa ci dice di Alessandro Bastoni, il 18enne che l’Inter ha opzionato dall’Atalanta?
«Lo conosco bene. Gran bel giocatore, è un centrale difensivo mancino. E sappiamo quanto è difficile trovarne col piede sinistro. Poi è davvero bravo a impostare il gioco».
Un gruppo unito può servire anche per trattenere Perisic?
«Questo non sta a me dirlo. Credo che sia lui a dover affrontare la questione con la società. Nello spogliatoio non trapela nulla».
Spieghi ai tifosi nerazzurri perché dopo tante false ripartenze questo sarà davvero l’anno giusto.
«Perché ora c’è una società solida, con un progetto a lungo termine. Perché c’è l’allenatore giusto. E perché abbiamo dentro una grande rabbia dopo quello che è successo la scorsa primavera».
Lei che ha faticato a prendergli la targa nella sfida persa in casa con la Roma, non preferirebbe avere Nainggolan come compagno?
Ride. «Radja è un giocatore di livello internazionale, uno forte forte».