Libero, 13 luglio 2017
Gli antifascisti arricchiscono il bagnino che ama il Duce. Intervista a Gianni Scarpa
Ore 12. La spiaggia in orbace di Punta Canna, un chilometro di sabbia a ovest di Sottomarina, è affogata tra i tendoni alla Lawrence d’Arabia. Il bar, pulitissimo, profuma di piadina e spritz, nei 600 lettini griffati sprofondano corpi tatuati e benedetti dal sole; d’un tratto il torpore viene saggiato da un colpo d’altoparlante: «Vi ringrazio per essermi stati vicini in questi giorni, per volermi bene. Ciò che dovevo dire l’ho detto. Ringrazio i miei detrattori per la pubblicità gratuita che non pensavo. Per il resto oggi olio di ricino gratis a tutti...». Applausi. E rantoli. I clienti, stesi, girano le panze dall’altro lato di cottura.
Il tempo di salutare due carabinieri dal sorriso solidale, e si palesa Gianni Scarpa. Scarpa è il fascista su Marte, il “duce della balneazione”, l’uomo che ha combinato un casino inenarrabile allestendo la sua spiaggia fighetta con una cartellonistica che ha indotto i media e il prefetto verso il reato di apologia del fascismo (“La legge della giustizia nasce dalla canna del fucile”, “Nonno Benito, per un’Italia onesta e pulita torna in vita”, “Questo è il mio saluto, me ne frego”). Ma tutto questo, per paradosso, ha disinnescato l’ideologia col folklore; e ha prodotto al fascio una pubblicità indiretta micidiale. Per stringergli la mano si accalcano – ma con educazioneimprenditori di Messina, studenti di Bologna, noti penalisti di Padova che offrono il loro gratuito patrocinio, “Forza siamo con lei”, “La mia solidarietà”. Roba che neanche Martin Luther King.
Scarpa, perdoni, di questo ritmo le si anchiloserà la mano...
«Dice? Eppure è successo tutto all’improvviso. È venuto questo signore di Repubblica (Paolo Berizzi, ndr) sabato, ha scritto sui cartelli che sono esposti da anni, 22 per la precisione, estratti dalla mia filosofia di rigore e rispetto. Domenica mi ha convocato la Digos e il prefetto mi ha intimato di togliere i cartelli».
Ma dove, scusi? Ci sono più cartelli qui che in un autodromo.
«Emh. In realtà li ho un po’ modificati, togliendo la parola “manganello”, o sostituendoli con altri tipo “Qui vige il partito vegiano, o la vagina o l’ano”, che esplicitano la nostra assoluta apertura libertaria specie in campo sessuale, per dire».
Oddio non elegantissimo, ma rende. C’è anche la scritta “Amo i gay, le lesbiche e tutta la gente che si comporta bene”. Ma questa sua palese apertura verso l’uguaglianza sessuale, difesa delle minoranze ecc, non è poco fascista, scusi?
Scarpa, 64 anni, bascula dentro la camicia in lino banco stile coloniale. La collanina col ciondolo di indubbia fantasia numismatica – un euro con dentro scolpito un bassorilievo del Duce brilla. Dà uno sguardo alla moglie, alla figlia e ai suoceri parcheggiati sotto una vela. E mi guarda con aria di compatimento. «Ma qua è pieno di gay e lesbiche vengono anche da Milano, da Mediaset, coreografi, ballerini. Fanno gruppo, si divertono, a volte si baciano. Baciano anche me, ma come fossi il loro zio (tengo a precisare che a me piacciono le donne). Sospetto che alcuni di loro siano bisex, e sono i più fortunati perché non vanno mai in bianco. La tolleranza è basata solo sul parametro del rispetto e della buona educazione. Se uno butta una cicca in spiaggia lo invito gentilmente verso la porta...»
Ecco, questo è molto mussoliniano...
«Io non sono né di destra né di sinistra. Anche il mio cuoco, Terry Manfrin, segretario locale del Pd (si è dimesso dallo stabilimento e il Pd ora quasi ne invoca le dimissioni con una manifestazione sotto la spiaggia, ndr) mi diceva: Gianni tu non sei fascista, sei liberale»
Suvvia, Scarpa, liberale...
«...E d’altra parte Mussolini era un socialista liberale. Se gli asili, le bonifiche, l’Inps, le avesse fatte Che Guevara invece che il Duce avrei inneggiato a Guevara. E comunque sia io non mi identifico con la destra attuale. Nel 2008 scrissi, per scherzo ma neanche troppo, un mio manifesto politico: sì alla patrimoniale, sì alla tassa sulla seconda casa, sì al tetto massimo dello stipendio 120mila euro esentasse -, sì alla pensione massima di 3000 euro e minima di 900»
Affascinante mescolanza di programmi elettorali. Perdoni, ma questa è roba da sinistra extraparlamentare anni 70.
«Ma cosa vuole, quando uno ha guadagnato bene tutta una vita, cose gli servono 100/200mila euro all’anno, li diano alla povera gente. E glielo dico io, che su queste dune, 22 anni fa, ho rischiato la vita. Qua c’era la crème di tossici e maniaci, la feccia del Veneto. Gli ho dato tante di quelle mazzate che s’è prodotto un progressivo calo della criminalità. Ora diciamo che siamo allo zero. Solo che ora sto invecchiando, i cartelli sono un deterrente, mi fanno da filtro in spiaggia, come gli spaventapasseri».
Un’immagine malinconica. Prima che mestiere faceva?
«Istruttore di fitness, body building. Prima ancora ho lavorato con mio padre commerciante di pesce, ma si stava troppo in mare, mi venivano i capogiri. Dopo, ho fatto il noleggiatore di natanti in acque prestigiose dalla Costa Smeralda alla Costa Azzurra. Ma ho smesso per via dei troppi salvataggi, ogni due per tre ghera un tedesco ‘nbriago che cadeva dalla moto d’acqua e toccava soccorrerlo»
Sa che queste sue uscite l’ira del deputato Pd Fiano che ha proposto un inasprimento dell’apologia del fascismo; e dall’altro l’hanno resa una specie di simbolo della libertà d’espressione?
«Sì. Ma mi viene da ridere. Invece di pensare alla cose serie si pensa di censurare la storia. Allora dovrebbero chiudere tutta Predappio, e gli asili, e l’Inps, tutto fascismo. E abbattere tutti gli esempi di architettura fascista. Come vorrebbe la Boldrini il cui atteggiamento, perdoni, rivela una patologia. Se lei pensa alle cose buone fatte dal Duce, dopo 70 anni abbiamo accumulato solo un debito pubblico indecente, grazie alla tendenza criminogena delle banche e all’incapacità della politica».
Scarpa, politicamente la vedo oscillante, in effetti. Lei dice «Trump migliore presidente americano per via del polso fermo, come Putin»
«Confermo»
E confessa, inoltre, di aver offerto un pacchetto di 10 mila voti a Beppe Grillo tramite un consigliere locale del M5S; e che costui non se l’è filata di pezza. E che Salvini è bravo ma dovrebbe cambiare nome alla Lega...
«Confermo tutto. Salvini dovrebbe allearsi con la destra, Meloni, Casa Pound, Forza Nuova (ma dovrebbero cambiare tutti nome perché così suona malissimo). E la Meloni dovrebbe fare il premier. La prima donna. Ci pensa?»
Scarpa domani (oggi, ndr) è prevista una manifestazione all’ingresso della spiaggia per toglierle la concessione. Bandiera rossa la trionferà. Come la vede?
«Me ne frego! (Eppoi, voglio vederli: la concessione è intestata a mia moglie e due soci)...»