la Repubblica, 14 luglio 2017
Di cosa si parla a Gerusalemme. Avy Gabbay, un marziano alla guida dei laburisti
Fino a sei mesi fa non era neanche iscritto al Partito Laburista. La sua carriera politica si poteva riassumere in un breve incarico come ministro per la Protezione dell’Ambiente, ottenuto da membro indipendente di Kukanu, una formazione centrista minore. Eppure Avi Gabbay, il nuovo leader del partito che fu di Rabin, Peres e Ben Gurion, è riuscito a battere un concorrente con un passato importante come Amir Peretz, già segretario generale del sindacato Istadrut e ministro della Difesa al tempo dell’ultima guerra contro gli Hezbollah libanesi (luglio-agosto 2006). Così, è inevitabile che gli israeliani si chiedano da dove questo sconosciuto ex manager della compagnia telefonica Bezek abbia tratto le forze per affermarsi in un agone politico che, nonostante la crisi che affligge la sinistra da decenni, rappresenta pur sempre una prova difficile. E c’è chi ricorda che nell’estate del 2008 il redivivo Ehud Barak, cercò d’imporsi ancora una volta alla testa del Labour facendo leva sul suo formidabile curriculum (ex premier, ex ministro della Difesa, ex Capo di Stato Maggiore) con lo slogan: «Chi è adatto a rispondere alle tre di notte a una chiamata del telefono rosso?». In seguito Barak venne sconfitto, per questo adesso ha preferito appoggiare dall’esterno il “marziano” Gabbay venuto dal nulla.