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 2017  luglio 13 Giovedì calendario

Nell’ottobre del 1987 Sankara venne assassinato assieme a dodici sue guardie. Nel racconto Il paese degli uomini integri Cappelletto ricorda la sua figura

«La politica dell’aiuto e dell’assistenza internazionale non ha prodotto altro che disorganizzazione e schiavitù permanente e ci ha derubati del senso di responsabilità vero il nostro territorio economico, politico e culturale», disse Thomas Sankara nel più celebre dei suoi discorsi, il 4 ottobre 1984 all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Militare e uomo politico, era diventato presidente nel 1983 grazie a un colpo di Stato. Nel 1984 cambiò il nome del proprio Paese, battezzato dai francesi Alto Volta, in Burkina-Faso, che in Moré e Djoula, le due lingue più diffuse nella nazione, significa «Paese degli uomini integri». Leader terzomondista, avviò una vasta campagna di scolarizzazione e vaccinazioni in un paese dove l’età media non raggiungeva i 40 anni e la mortalità infantile era del 15%. Ancora oggi, il Burkina-Faso è agli ultimi posti nell’indice della povertà mondiale.
Nell’ottobre del 1987 Sankara venne assassinato assieme a dodici sue guardie del corpo nel Palazzo presidenziale di Ouagadougou, la capitale. Aveva 38 anni. Gli successe Blaise Compaoré, primo indiziato come mandante della sua morte, che restò al potere fino al 2014 quando venne cacciato da una rivolta popolare e, con l’aiuto dei militari francesi, fuggì in Costa d’Avorio, dove tuttora risiede. Alla figura di Sankara – e alla drammatica attualità dei temi da lui sollevati – è dedicato Il paese degli uomini integri, un racconto di Sandro Cappelletto (di cui pubblichiamo un estratto) scritto per la musica di Fausto Sebastiani che debutta giovedì 13 a Roma per la stagione estiva dell’Accademia Filarmonica Romana. Francesco Belli dirige l’Aura Ensemble, soprano Marta Vulpi. Prima del concerto, alle ore 20, Eric Jozsef, corrispondente dall’Italia del quotidiano Libération, ricorderà la figura di Sankara.