La Gazzetta dello Sport, 13 luglio 2017
Serie A, la crescita è mini: quarta in Europa
L’Italia cresce ma meno della media europea. Quante volte lo abbiamo sentito ripetere, al tempo della post-recessione, a proposito dell’economia del nostro Paese? Lo stesso vale per il calcio, come certifica l’ultima edizione dell’Annual review of football finance di Deloitte, che mette a confronto le maggiori leghe del Vecchio continente. La Premier League guida la classifica dei fatturati 2015-16 con 4,9 miliardi di euro; al secondo posto c’è la Bundesliga a quota 2,7 miliardi; quindi la Liga con 2,4 miliardi; sempre quarta, a 1,9 miliardi, la Serie A, che precede solo la Ligue francese (1,5). Da tempo il massimo campionato italiano è sceso al quarto posto, sia in termini di ranking Uefa sia sul piano dei ricavi. Ma ciò che allarma di più è il trend degli ultimi anni e delle stagioni future, almeno stando alle previsioni di Deloitte. L’handicap della crescita, dicevamo. Bene, se guardiamo alle variazioni in 12 mesi scopriamo che il fatturato dei club inglesi è aumentato del 10%, quello tedesco del 13%, quello spagnolo addirittura del 19% e il nostro soltanto del 7%. La forbice si allarga prendendo in esame un arco di tempo più lungo: dal 2013-14 al 2015-16 la Premier ha segnato +25%, la Bundesliga +19%, la Liga +26%, la Serie A +13%.
BIG FIVE I nuovi contratti televisivi, compresi quelli della Champions la cui ripartizione tiene conto dei maggiori mercati, hanno creato un vuoto tra le cosiddette big five (Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia) e il resto d’Europa. I ricavi delle 5 superano i 13,4 miliardi e sono più che raddoppiati nell’ultimo decennio: parliamo di oltre la metà della torta del fatturato complessivo del calcio europeo (24,6 miliardi). Questo si è tradotto in un maggior potere di spesa, con gli stipendi dei primi cinque campionati che sono cresciuti del 10% nella stagione 2015-16 (8,2 miliardi). Da segnalare anche il virtuosismo della Bundesliga che tiene il rapporto tra costo del lavoro e fatturato al 49% e il ricco margine della Premier che genera un profitto operativo (escludendo il trading dei calciatori e gli ammortamenti) di 683 milioni, più di Liga (397) e Bundesliga (284), con la Serie A (-38 milioni) e la Ligue 1 (-98) addirittura in territorio negativo.
DIFFERENZE I dolori per l’Italia si rintracciano nella scomposizione del fatturato 2015-16. I nostri stadi producono appena 204 milioni di ricavi, meno della metà di quelli spagnoli (500) e tedeschi (528) e un quarto di quelli inglesi (831). Gli impianti della Bundesliga sono comunque i più affollati, con una media spettatori di 42.420 (36.490 in Premier, 27.626 in Liga, 21.680 in A). Il reparto commerciale, che pure è in crescita, rappresenta l’altro nostro punto debole: i ricavi della Serie A sono pari a 523 milioni contro i 705 della Liga, i 1251 della Bundesliga e i 1457 della Premier. Ci difendiamo bene nello sfruttamento dei diritti televisivi (1190 milioni Serie A, 1232 Liga, 933 Bundesliga e 2577 Premier) ma con i nuovi cicli di vendita le altre leghe accelereranno. Nel 2016-17 è toccato a Inghilterra e Spagna, quest’anno sarà il turno della Germania. Così, secondo le stime di Deloitte, nel 2017-18 la Premier supererà i 5 miliardi di fatturato (scontando pure il deprezzamento della sterlina), la Bundesliga e la Liga schizzeranno rispettivamente a 3,2 e 3 miliardi. E la Serie A? Stazionerà a quota 2 miliardi, in attesa di capire quanto incasserà dai diritti tv del triennio 2018-21.