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 2017  luglio 12 Mercoledì calendario

Low cost più confortevoli e piloti quasi automatici: così il traffico aereo va a Est

Anno 2036: secondo le proiezioni di mercato, nell’area del continente asiatico voleranno almeno 16mila aerei. Un numero come un altro se letto in termini assoluti. Più chiaro se messo a confronto con il mondo di oggi. Nel 2016, secondo i rilievi di Boeing (leader mondiale – con Airbus – nella costruzione di aerei) sono stati consegnati 6.830 veicoli. E quasi la metà della flotta mondiale che si prevede volerà tra vent’anni (46.950 veicoli in tutto) sarà concentrata in Asia.
Il volo della classe media cinese
“Il motivo di questa crescita – spiega Randy Tinseth, vice President Marketing di Boeing Commercial Airplanes, in Italia per presentare i dati del Current Market Outlook 2017-2036 (le previsioni a vent’anni che il costruttore statunitense realizza ogni anno) – è l’economia emergente: cresce la classe media. Soprattutto in Cina”. Per questo, secondo le previsioni, è lì che triplicheranno gli ordini di aerei. Si prendano i dati dell’ultimo studio della società di consulenza McKinsey: nel 2012, il 54 per cento della popolazione cinese apparteneva alla classe media che, in base alle fasce di reddito e il relativo potere d’acquisto, è definita “di massa”. Solo il 14 per cento era incasellato in quella definita “superiore”. Già per il 2022, invece, si prevede una proporzione quasi completamente invertita: il 22 per cento della popolazione apparterrà alla classe media di massa, il 54 alla classe media superiore. Una condizione che si rifletterà sul traffico aereo: “Viaggiare in aereo in Cina oggi – spiega Tinseth – significa poter scegliere tra compagnie più attente ai dettagli, le premium, e compagnie low cost. Anzi: stiamo notando una grandissima e aggressiva corsa a vettori low cost. Nei prossimi anni dobbiamo continuare a stimolare la domanda”.
Il potenziale del turismo e quello commerciale
Domanda che, in parte, sta già aumentando con la crescita della popolazione. “Inoltre – spiega Tinseth – la Cina sta diventando il più grande mercato per i passeggeri in uscita. Eppure solo il 6 per cento dei suoi abitanti ha il passaporto. Il potenziale è enorme”. Già entro il 2020, secondo un’indagine di World Tourism Organisation, la Cina sarà il Paese con il maggior numero di turisti all’estero. “E cresce anche lo scambio di merci – conclude Tinseth -. Prima i cargo (gli aerei per il trasporto merci, ndr) arrivavano in Cina vuoti e ripartivano pieni. Ora sono pieni sia all’andata, sia al ritorno”.
Il low cost che salva dalla crisi
Secondo i dati di Boeing, il traffico aereo negli ultimi 8 anni non ha risentito della crisi economica. È cresciuto più velocemente dell’economia mondiale perché è stato cambiato il modello di business: è diminuito il prezzo del carburante, è diminuito il prezzo del biglietto, sono aumentate le persone che li hanno acquistati. In tal modo, l’anno scorso profitti e margini sono stati da record. “Quest’anno – spiega Tinseth – si sta assistendo a una lieve flessione, ma i profitti dovrebbero essere vicini al record comunque. Abbiamo però un aumento di richieste per i nostri aerei. Dal 2010 ad oggi, le vendite sono cresciute del 60 per cento. Il traffico passeggeri quest’anno è aumentato di circa il 9 per cento, quello cargo del 10 per cento”. A contribuire, anche la dematerializzazione dell’economia: “I giovani non cercano più il possesso di oggetti (auto, case, vestiti), ma esperienze e servizi. Il traffico europeo, poi, si sta rivelando particolarmente forte: in vent’anni ci saranno almeno 7.530 nuovi ordini di aerei, secondo Boeing, E l’Italia ne sarà protagonista: il mercato enorme, ha 55 milioni di viaggiatori e 3 delle 4 più grandi compagnie che operano sono low cost. E la crisi Alitalia? “Rispondo da una prospettiva Usa – spiega Tinseth –. 20 anni fa le compagnie americane hanno iniziato a risentire della crisi del traffico aereo. Nel 1999 non sapevano come sopravvivere. Hanno dovuto trovare il modo di competere con le compagnie low cost. Ma lo hanno fatto relativamente presto. Quando si inizia a perdere mercato è difficile recuperare”.
Efficienza e guadagno, non importa come
Efficienza è una parola che Tinseth ripete spesso: sembra che il segreto sia tutto lì. Ed efficienza significa pure risparmio e tagli, anche del lavoro se possibile. Si venderanno sempre meno aerei di grossa taglia. Aumenteranno gli aerei più piccoli e saranno destinati a tratte più particolari (come Tokyo – San Diego o Londra – New Orleans). I costruttori punteranno anche sui servizi da offrire alle compagnie (dalla manutenzione alla formazione dei piloti) e gli spazi vitali negli aerei low cost dovrebbero iniziare anche ad aumentare: “Ora l’obiettivo non è far salire più persone alla volta sugli aerei – spiega il vicepresidente di Boeing – ma aumentare le ore di volo giornaliere”. Insieme alle ali pieghevoli, fondamentali per due motivi. Il primo: più sono lunghe, maggiore è il risparmio di carburante. Il secondo: diventa più facile risparmiare lo spazio di parcheggio negli hangar degli aeroporti. “Stiamo lavorando su modelli in materiale composito, c’è una facility a Seattle proprio per studiarle e realizzarle”. Assemblaggio nel 2017, voleranno per la prima volta nel 2020. “E troveremo il modo non tanto di farli volare senza pilota, ma di rendere più facile e più sicuro per i piloti volare – spiega enigmatico Tinseth – Magari riuscendo anche a ridurne il numero”.