Il Messaggero, 12 luglio 2017
Allarme api più cattive
Avviene proprio in questo periodo dell’anno un fenomeno che ha come protagoniste le api. Si chiama sciamatura e consiste nell’abbandono dell’alveare da parte dell’ape regina e di gran parte delle operaie per fondare una nuova colonia. Quest’anno pare che le api siano più aggressive e si spingano al di fuori di prati e boschi come è avvenuto a Roma agli inizi del mese scorso quando uno sciame di api ha occupato una ringhiera di un sottopassaggio di Piazza Fiume. Nel tentativo di scacciarle dai luoghi che hanno eletto a loro nuova dimora o solo anche per allontanarle da noi il più delle volte si viene punti con effetti che possono essere mortali.
I dati parlano chiaro, nel corso della propria vita, 9 italiani su 10 vengono punti da un’ape, vespa o calabrone e fino all’8% di questi possono sviluppare una reazione allergica con conseguenze che vanno dalle reazioni locali importanti, con pomfi di puntura superiori al diametro del palmo della mano, fino allo shock anafilattico che nei casi più estremi può portare al decesso (non meno di 10 casi all’anno accertati in Italia). Ricordiamo che le api sono più aggressive nel periodo estivo, quando il tempo meteorologico è instabile o se è presente un conflitto tra varie colonie o altri insetti (vespe, calabroni ecc).
L’INFORMAZIONE
«Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti dichiara la dottoressa Maria Beatrice Bilò, coordinatrice del board scientifico di Punto nel Vivo, la campagna d’informazione patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus, e specialista in allergologia degli Ospedali Riuniti di Ancona ma si stima che da 1 a 8 su 100 sviluppino una reazione allergica senza essere a conoscenza delle conseguenze, che vanno da una reazione locale importante, in casi più rari, allo shock anafilattico fino all’evento eccezionale del decesso».
Mentre è prevedibile che le persone che registrano il maggior numero di reazioni allergiche da veleno di imenotteri siano gli apicultori, con il 32% delle reazioni sistemiche, un discorso a parte va fatto per anziani e bambini. Infatti gli anziani diventano allergici negli anni e la loro fragilità, dovuta a patologie concomitanti soprattutto di tipo cardiovascolare, li mette a serio rischio di sviluppare reazioni più gravi. Nei bambini invece, le punture di api non sono pericolose. L’incidenza, infatti, in età pediatrica di reazioni sistemiche dopo una puntura di imenotteri è più ridotta (2%) perché l’allergia si innesca dopo almeno un paio di contatti.
«Anche i bambini, come gli adulti, possono essere a rischio di reazioni allergiche a seguito della puntura dichiara Elio Novembre, professore associato di Pediatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento di allergologia dell’AOU Meyer di Firenze e come gli adulti possono essere adeguatamente trattati con l’immunoterapia specifica a partire dai 3 anni di età, riscontrando in molti casi una risposta al trattamento migliore rispetto alla popolazione adulta».
LE CURE
Senza farsi allarmare ma tenendo ben presenti i possibili rischi, i prodotti del lavoro delle api possono curare molte affezioni. Al di là delle proprietà conosciute di miele, propoli, pappa reale, cera d’api e polline, in Slovenia (ma si stanno attrezzando anche diversi apicoltori italiani) ci si cura respirando l’aria dell’alveare. «Sono stati ideati contenitori spiega Emilio Terza, allevatore di Api Carniche a La Valle in provincia di Bolzano che hanno al loro interno le arnie e da cui fuoriesce un tubo collegato a una mascherina (molto simile ai dispositivi per aerosol). Quest’aria è ricca di oli essenziali e resine che hanno un’azione, balsamica, disinfettante e fluidificante. Oltre alle affezioni respiratorie, l’aria degli alveari si è dimostrata curativa per malattie virali, per rafforzare il sistema immunitario, per il mal di testa cronico, emicranie, stress e depressione».