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 2017  luglio 12 Mercoledì calendario

Il cervello di lei è senza cicli

Lo diceva Democrito nell’antica Grecia e lo hanno creduto, per secoli, sia gli uomini che le loro compagne: «Il contatto con una donna mestruata trasforma il vino in aceto, uccide le sementi, devasta i giardini, rende opachi gli specchi, fa arrugginire il ferro e il rame, fa morire le api...». La scienza si è fatta largo a fatica tra le credenze, i luoghi comuni e le dicerie. La medicina ha dovuto vincere il potere delle streghe e dei malefici per avere dignità. Un lungo lavoro, spesso tutto in salita. Fortificato dalle ricerche, dalle prove sul campo, dalla vita diversa delle donne e di un colpo di spugna che, ad un certo punto, ha permesso a tutte di toccare i fiori e il vino durante l’intero mese.
I CAMBIAMENTINon è ancora finita. Proprio in questi giorni, infatti, è caduto un altro mito legato all’attività cerebrale della donna nell’arco dei trenta giorni. Una poco suggestiva confusione tra capacità cognitiva e oscillazione dell’umore ha spesso fatto arrivare a conclusioni affrettate e non edificanti per l’intelligenza al femminile. In sintesi: i cambiamenti ormonali, secondo una vecchia tesi, influenzerebbero anche le capacità cognitive.
Non è vero: l’oscillazione degli ormoni, in particolare durante il ciclo, non tocca le attività mentali. Come ha dimostrato uno studio della Medical School di Hannover, in Germania, insieme ad un’équipe dell’ospedale universitario di Zurigo. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in behavioral neuroscience.
I livelli di estrogeni, progesterone e testosterone, dunque, non interferiscono sulla cosiddetta memoria di lavoro. Quella basilare per la risoluzione dei problemi di calcolo e di ragionamento, per la concentrazione, per l’attenzione su più argomenti contemporaneamente. «Nessun ormone – sono le parole della ricercatrice Brigitte Leeners del dipartimento di Endocrinologia riproduttiva dell’università di Zurigo – ha una ripercussione degna di nota».
Nello studio sono state prese in esame 68 donne durante due cicli. Mentre l’osservazione dei risultati del primo ciclo ha suggerito che alcune dinamiche a livello cognitivo e l’attenzione risultavano leggermente modificate, queste caratteristiche non sono state replicate nel secondo ciclo. «Anche se ci possono essere individualmente delle eccezioni – aggiunge Brigitte Leeners – le prestazioni cognitive delle donne non vengono disturbate dai cambiamenti ormonali». La ricerca fa parte di un progetto europeo, il nome è Paeon, molto più ampio del quale fa parte anche l’Italia: l’obiettivo è proprio quello di verificare il rapporto, e la eventuale dipendenza, tra gli ormoni sessuali femminili e il sistema nervoso.
Della fine dell’anno scorso è un altro studio concentrato sul cervello femminile durante i giorni del ciclo: il passaggio dai giorni fertili a quelli non fertili avrebbe un impatto, senza arrecare danni, sull’ippocampo l’area collegata all’umore e alle emozioni. Cambierebbe il peso. A lavorare, un gruppo di ricercatori tedeschi del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences.
I risultati delle analisi dimostrano che il volume dell’ippocampo oscilla regolarmente con i valori degli estrogeni: quando gli ormoni salgono, durante il periodo fertile, l’ippocampo aumenta di dimensioni; quando gli ormoni scendono e inizia la mestruazione vera e propria, l’ippocampo si restringe. I risultati delle analisi dimostrano che il volume dell’ippocampo oscilla regolarmente con i valori degli estrogeni: quando gli ormoni salgono, durante il periodo fertile, l’ippocampo aumenta di dimensioni; quando gli ormoni scendono e inizia la mestruazione vera e propria, l’ippocampo si restringe. 
IL CIBO
Diversa è l’irritabilità e i sintomi fisici legati a quella che viene definita sindrome premestruale. Si presenta qualche giorno prima del ciclo e può dare diversi tipi di disturbi. «Lieve o media non è un malattia spiega Alessandra Graziottin direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica San Raffaele Resnati di Milano – e interessa circa il 60-70 per cento delle donne. Si presenta con un po’ di nervosismo, malinconia, gonfiore addominale, che tuttavia non interferisce con la vita quotidiana. La sindrome può diventare malattia quando la sintomatologia psichica è tale da creare problemi così pesanti da interferire anche nella vita di relazione». I sintomi possono variare dai disturbi del sonno alle variazioni marcate dell’appetito al bisogno di cibi dolci o salati.