Corriere della Sera, 12 luglio 2017
La carica dei 12 mila per 300 posti da infermiere
GENOVA Bottiglietta dell’acqua, telefonino e documenti per l’identificazione: questo il kit dei partecipanti al concorsone iniziato ieri a Genova per 69 posti da infermiere che potranno diventare circa 300 entro il 2018. Si erano iscritti in oltre 12 mila ma ieri mattina alla Fiera del Mare, nel padiglione firmato dall’archistar Jean Nouvel, si sono presentati in 7.274. Abbastanza per mandare in tilt il traffico verso il centro che è stato deviato per alcune ore.
Con il traghetto dall’isola d’Elba o dalla Sardegna, coraggiosamente in treno dalla Sicilia o dalla Calabria («quattordici ore di viaggio» dichiara qualcuno già stremato prima di iniziare la prova), in pullman noleggiato per l’occasione tutti insieme «per ridurre le spese» come racconta una ragazza di Caserta, gli aspiranti a un posto da infermiere «a tempo indeterminato» – parole magiche – nella sanità ligure sono arrivati da tutta Italia. Particolarmente rappresentata la Campania con oltre 500 iscritti.
Il concorsone, spiega l’assessore regionale alla Sanità, la leghista Sonia Viale, arriva dopo anni di blocco delle assunzioni nelle aziende sanitarie liguri e questo spiega in parte la grande affluenza: «Non è vero che mancano gli infermieri – dice l’assessore – mancavano piuttosto i posti di lavoro. Ora abbiamo approvato delle deroghe per poter finalmente colmare i vuoti in organico negli ospedali e nelle altre strutture. Resta un problema: chi vince il concorso ha poi diritto alla mobilità e molti potrebbero chiedere il trasferimento. Propongo concorsi aperti ai soli residenti nella regione da un certo numero di anni». Per Fulvia Veirana, della segreteria Cgil ligure funzione pubblica, i posti a disposizione non risolvono le carenze della sanità ligure: «Mancano almeno 600 infermieri e per ora ne entreranno 69, per gli altri 230 è tutto da vedere».
Sono i forzati dei concorsoni, per la maggior parte giovani entro i trent’anni (ma non manca qualche capello grigio), hanno già girato mezza Italia sempre a budget ridottissimo, qualcuno passando la notte in treno o in stazione, e come veterani si assoggettano con la loro bottiglietta di minerale all’infinito rito dell’identificazione, documenti alla mano. Due ore di pratiche prima di potersi sedere al proprio posto. Tutto per giocarsi la prima selezione in poco meno di un’ora: per la prova informatica, un test a risposte chiuse, concessi 45 minuti per 45 domande di cultura generale e logica. È la logica a far paura.
Ne passeranno 2.500, poi ci sarà la prova scritta, quella pratica e quella orale. Saranno falcidiati. Eppure molti sorridono, accaldati in fila sotto il sole: «Ci speriamo tanto...».