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 2017  luglio 09 Domenica calendario

Imparare a difendersi da soli, futuro obbligato degli europei

Esiste una guerra giusta? Per i professori Lorenzo Pecchi e Gustavo Piga e il colonnello Andrea Truppo la risposta si trova nella tradizione cattolica, con sant’Agostino e san Tommaso d’Aquino, per arrivare a filosofi contemporanei come Michael Walzer e John Rawls. «Se una nazione è attaccata ha il diritto di difendersi» spiegano gli autori in Difendere l’Europa (introduzione di Lucio Caracciolo), commissionato da Vitale & Co. ed edito da Chiarelettere. La guerra – «comunque una soluzione di ultima istanza, preceduta dall’utilizzo di tutti i mezzi pacifici possibili» – è giusta qualora esista l’esclusiva causa dell’autodifesa. Soprattutto perché, in questo delicato passaggio storico, con un nuovo presidente degli Stati Uniti lontano dall’aiutare l’Alleanza atlantica, «l’ombrello di protezione americano che noi europei abbiamo utilizzato dal dopoguerra a oggi in un prossimo futuro non potrebbe essere più a disposizione».
I dati del volume dimostrano come quella della difesa comune europea non sia più soltanto un’opzione, bensì la soluzione alla divisione e all’incertezza che affliggono l’Europa. E senza Londra che pone veti, non ci sono più alibi per opporsi a progetti concreti di integrazione. La Nato, su cui hanno potuto contare i Paesi dell’Europa occidentale durante la guerra fredda, si riconferma la prima organizzazione internazionale garante della nostra sicurezza. Ma se ieri il nemico era comune, oggi i focolai di tensione paiono interessare solo poche nazioni.
Dal confronto con i principali attori politici ed economici del mondo, la ricetta suggerita per la ri-Unione Europea è quella di un esercito europeo: un’ipotesi del 1950 – ricorda Lucio Caracciolo – abbandonata dalla Francia 4 anni più tardi.
Senza un’industria forte e competitiva, senza conoscenze tecnologiche, senza una «Defence Compact che oscuri e superi il fallimentare Fiscal Compact», l’Europa non godrà mai di una piena sovranità. Se l’elezione di Donald Trump e la Brexit sono opportunità da cogliere, la triade Pecchi-Piga-Truppo non critica, invece, le avance commerciali della Cina all’Occidente: chi ha aderito all’Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib) sono per lo più Paesi dell’Europa orientale delusi dalle politiche a corto raggio dell’Ue. Il titolo del volume non è interrogativo, Difendere l’Europa si pone come la sola risposta agli ultimi complicati anni dell’esperienza europea. Difficile pensare che la proposta di una «cultura della sicurezza» come ultimo baluardo della sovranità nazionale e comunitaria venga accolta all’unisono dall’agenda dei Paesi dell’Unione e dai cittadini. Anche se, pare, la Storia prosegue in questa direzione.