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 2017  luglio 09 Domenica calendario

Scioperi, nuove regole nei trasporti. Le adesioni con 24 ore di anticipo

ROMA Legge sugli scioperi nei trasporti pubblici, il Senato ci riprova. Le commissioni congiunte Lavoro e Affari costituzionali sono state convocate sul tema per mercoledì 19. E sul tavolo c’è un testo base preparato dal relatore Maurizio Sacconi, che è anche presidente della commissione Lavoro, che unifica le proposte in discussione. È dall’inizio della legislatura, infatti, che sono state presentati diversi disegni di legge per evitare che si ripetano i venerdì neri che anche quest’estate hanno causato gravi disagi ai cittadini.
Dopo gli scioperi del 16 giugno e del 6 luglio che hanno bloccato le grandi città nonostante fossero proclamati da sindacati con scarso seguito, Pd e governo hanno ridato impulso alla discussione. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha detto che «il diritto di sciopero va regolamentato meglio». Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha aggiunto che «serve una nuova legge, ma spetta al Parlamento farla». Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ammesso che «è un tema all’ordine del giorno da tempo, che va affrontato con una risposta efficiente ed efficace». Il nuovo garante per gli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli, ha chiesto un «restyling» della legge che risale al 2000, 17 anni fa. Insomma, il consenso non sembra mancare. Anche se i tempi sono stretti, perché l’anno prossimo ci sono le elezioni e un’eventuale legge dovrebbe essere approvata prima al Senato e poi alla Camera. Se c’è la volontà politica, è possibile riformare le regole prima che la legislatura scada. Ma la materia è delicata. E il primo banco di prova sarà proprio il 19 marzo quando governo e Pd dovranno decidere se entrare nel vivo della discussione o rinviarla ancora.
Le due principali proposte di legge sono state presentate da Sacconi e dal senatore Pietro Ichino (Pd). Entrambe prevedono che lo sciopero possa essere proclamato solo da sindacati che abbiano un grado di rappresentatività superiore al 50% o, in caso contrario, in seguito a un referendum tra i lavoratori interessati. Il capitolo che caratterizza la proposta Sacconi contiene due misure per contrastare l’«effetto annuncio»: l’obbligo per i lavoratori che aderiscono allo sciopero di comunicarlo preventivamente all’azienda e l’obbligo, in caso di revoca della protesta, di deciderla con congruo anticipo e non in extremis. Tutto ciò si ritrova anche nel testo base messo a punto dallo stesso relatore.